Dissesto idrogeologico. Non c’è più tempo da perdere. La città rischia di scivolare a valle. La conferma arriva dal CNR, Centro nazionale delle ricerche che ha inserito la fragilità morfologica della città nel taccuino delle emergenze nazionali ed internazionali. La dottoressa Rosamaria Trizzino ricercatrice dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica ricorda che il problema che affligge il territorio vastese va avanti da tempo. “Il caso della frana o meglio delle frane di Vasto, anche perchè sono diverse e in diversi punti “, dice la ricercatrice “è stato presentato anche alla General Assembly of the European Geosciences Union – EGU 2018*, che si è tenuta a Vienna dall’ 8 al 13 Aprile scorsi”.
Lo studio è stato presentato oltre che dall’ ingegnere. Rosamaria Trizzino, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dal dottor Daniele Taddei, dottorando dell’Università di Murcia (Spagna), nell’ambito delle attività di ricerca dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del CNR. Il dossier è stato intitolato “ Evolution of a Coastal Slope in Central Italy (Vasto, CH) related to Climate Changes from Middle – Pleistocene to the Present ”.
La minuziosa descrizione delle problematiche morfologiche del costone vastese, ha suscitato ampio interesse da parte di studiosi internazionali, che hanno richiesto informazioni più approfondite sulla città e sulla diffusa franosità del suo territorio.”Particolarmente interessato”, dice la Trizzino “si è mostrato un gruppo di studiosi giapponesi che ha voluto conoscere dettagliatamente la situazione geomorfologica ed idrogeologica del luogo ed i fenomeni di dissesto che si sono manifestati. Anche loro hanno fatto una diagnosi affatto tranquilla. Senza entrare nel merito di considerazioni che esulano dagli ambiti strettamente scientifici”, afferma la studiosa “ritengo comunque doveroso mantenere viva l’attenzione sul dissesto idrogeologico della città di Vasto, che innegabilmente determina situazioni di rischio per l’incolumità di cose e persone.Conosco bene Vasto perchè in estate e appena ho un minuto libero raggiungo la città'”, spiega Rosamaria Trizzino. “Il dissesto che è ben visibile sulla Loggia e sul Belvedere Adriatico non risparmia la Marina. All’altezza del monumento alla bagnante ho segnalato da tempo cedimenti. Questo particolare mi porta ad ipotizzare che la frana di Vasto parta dal mare. Un fenomeno retrogressivo di erosione marina. Unito alla natura dei terreni e alla presenza di acqua nel sottosuolo determina lenti , progressivi movimenti . Le crepe” dice la studiosa ” non vanno sottovalutate. Occorre intervenire subito, prima che accada qualcosa di grave”, conclude la ricercatrice.
Paola Calvano (Il Centro)