“Abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà a qualsiasi intervento non solo del privato, ma anche di quella casta pubblica che ha pensato il Civeta come un grande carrozzone clientelare che potesse veicolare ingenti quantità di voti”. Annunciano battaglia la sezione di Cupello ed il Comitato regionale del Partito comunista contro la realizzazione dell’annunciata quarta vasca.
“Ci batteranno per la collettivizzazione dell’impianto convinti che ovunque il privato sia intervenuto, non abbia fatto mai l’interesse delle popolazioni ma solo e sempre il proprio”, dicono Antonio Felice e Dario Leone, “il Civeta in questi ultimi anni è diventato una sorta di “società chiusa” all’interno della quale non si sa esattamente cosa accade ed il massimo della trasparenza è rappresentato dalle parole del commissario, Franco Gerardini, il quale nel rendere noto cose già note, rassicura i cittadini rispetto ai controlli e alle rilevazioni ambientali che d’obbligo vengono effettuate, guardandosi bene dal chiarire quali siano i valori rilevati. Il dibattito (portato all’epoca alla luce dai soli comunisti in condizione di costante isolamento), su cosa sia esattamente conferito e chi siano i soggetti, oltre quelli noti, che vadano a conferire, è un punto interrogativo assai antico. Non si devono raccogliere rifiuti da altri luoghi; non devono essere i cittadini del territorio a pagare con la salute il rimpinguamento delle tasche di personaggi che fanno solo il proprio interesse”, aggiungono i due esponenti del partito comunista, “ riteniamo che il Civeta debba tornare ad essere ciò per cui è nato: un fiore all’occhiello dell’ecologia abruzzese in grado di rendere Cupello un paese pieno di risorse economiche e non la pattumiera d’Italia con una trasparenza pari a zero ed un impianto rispetto al quale si fa ormai fatica a percepire il benché minimo beneficio per la comunità”.
Anna Bontempo (Il Centro)