Restano in carcere tredici delle quattordici persone arrestate il 16 agosto a Vasto e San Salvo per spaccio di droga. I giudici del tribunale del Riesame hanno respinto la richiesta di revoca della custodia cautelare presentata dagli avvocati Raffaele Giacomucci e Giovanni Cerella, difensori dei componenti i tre nuclei familiari di origine rom che secondo le accuse si erano alleati per ottenere il monopolio dello spaccio nelle piazze del Vastese.
Solo una rom ha ottenuto i domiciliari per accudire il bimbo piccolo. Proprio perchè lo spaccio , secondo la procura di Vasto sarebbe avvenuto a domicilio ( non a caso l’operazione è stata denominata Drugstore) il Riesame ha escluso i domiciliari per gli arrestati. Essendo l’indagine ancora aperta il ritorno in libertà dei protagonisti avrebbe potuto comprometterla. Le indagini sull’operazione iniziarono nella primavera del 2017, quando personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vasto e della stazione dei carabinieri di San Salvo, individuarono alcune abitazioni ritenute punti nevralgici per l’approvvigionamento di partite di stupefacenti di varie tipologie.
Le abitazioni dislocate a Vasto e San Salvo, appartengono ai ceppi rom dei Bevilacqua, Di Rocco e De Rosa. Più di cento gli assuntori di eroina e cocaina identificati. La stima sul volume di traffico di stupefacenti si aggira sui 40mila euro mensili. Diverse le riprese video e le intercettazioni telefoniche acquisite grazie ai carabinieri, dal sostituto procuratore Gabriella De Lucia.
Nel corso delle operazioni e delle perquisizioni al momento del blitz sono stati rinvenuti e sequestrati anche 600 grammi di eroina, parte dei quali suddivisi in 26 dosi preconfezionate; 30 grammi di cocaina; 11mila euro in contanti; bilancini di precisione ed altro materiale utile al confezionamento; una pistola scacciacani priva del tappo rosso. La Procura dei minori si sta occupando anche della posizione e del ruolo di un diciassettenne coinvolto nella vicenda.
Paola Calvano (Il Centro)