Da viale alberato a una lunga fila di “scheletri”. Dei rigogliosi ligustri presenti in via Platone, una traversa di via Pitagora, resta ben poco dopo la potatura invasiva e deturpante effettuata dalla ditta che per conto del Comune ha in gestione la manutenzione del verde. Ben trenta gli alberi ridotti a mal partito dopo il passaggio degli operai che, in assenza di personale esperto (botanico) hanno tagliato drasticamente i rami degli arbusti, lasciando solo dei “moncherini” protesi verso il cielo. La potatura, tra l’altro, è stata effettuata in un periodo sbagliato, come è già successo in passato, provocando l’immediata reazione di esperti ed ambientalisti.
“Siamo alle solite”, sbotta il naturalista, Stefano Taglioli, “nonostante la collaborazione gratuita offerta in più di una occasione, il Comune continua ad intervenire sul patrimonio arboreo cittadino, già decimato dalla cementificazione, in maniera invasiva e senza alcun criterio. Eppure lo strumento esiste: è il regolamento del verde, un disciplinare che abbiamo presentato nel 2008”.
Il documento è il frutto di un lavoro a tre mani: oltre a Taglioli hanno collaborato alla sua stesura il botanico Luigi Cinquina e Marisa Ulisse, all’epoca consigliera comunale del Pd. Quel regolamento ha “dormito” per circa sette anni in qualche cassetto del Comune, è stato poi tirato fuori per essere oggetto di un singolare rimpallo tra due assessorati e ora, a distanza di ben dieci anni, è al vaglio dell’assessore Gabriele Barisano che ieri, dopo alcune telefonate di protesta, ha chiesto conto agli uffici comunali delle potature effettuate in via Platone.
“In effetti c’è stato un intervento sbagliato”, ammette il delegato della giunta guidata dal sindaco Francesco Menna, “mi hanno assicurato, comunque, che gli alberi non sono stati danneggiati. Sono d’accordo con gli ambientalisti sulla tutela del patrimonio arboreo attraverso un disciplinare che sarà mia cura sottoporre all’attenzione della giunta”, promette l’assessore.
Il regolamento del verde, di cui alcuni comuni abruzzesi si sono dotati da tempo, si pone come obiettivo la tutela degli alberi, il cui numero in città si è drasticamente ridotto a causa della massiccia espansione edilizia che Vasto ha conosciuto negli ultimi quindici anni. Secondo i proponenti la tutela non deve essere riservata solo al verde pubblico che in questi anni ha subito un forte depauperamento, ma anche a quello privato, con particolare attenzione alle potature che devono essere effettuate da mani esperte sotto la supervisione di un botanico e nel periodo giusto.
“Intervenire nel periodo sbagliato compromette la vitalità della pianta”, sottolineano i botanici, “la reazione alla perdita di rami e foglie può essere molto negativa, portando anche al deperimento dell’albero. A seconda della specie, della vitalità e del tipo di risultato che si vuole ottenere è opportuno scegliere un periodo piuttosto che l’altro”.
Anna Bontempo (Il Centro)
La qualità della potatura non si misura con la quantità di legno asportata, ma con pochi ed essenziali interventi eseguiti con tecniche e modalità – che variano con le specie – che non alterano la fisiologia ed, in primis, il valore estetico di una pianta ornamentale. Sono passato stamattina per un sopralluogo dopo che mi è stato segnalato questo intervento di potatura su ligustri e prunus da fiore di via Platone: è assolutamente sconcertante che dopo 30 anni che cerco di dare spunti qualificati sulla gestione del verde pubblico cittadino, si sono avvicendati in tanti nelle varie amministrazioni comunali, ignorando completamente come pianificare interventi in un settore che comunque hanno un costo economico, ma sempre puntualmente criticati da chi è competente nel settore così come chi è un semplice cittadino sensibile alla tutela del bene pubblico. Si torna a parlare del regolamento del verde pubblico al quale ho contribuito alla stesura nella parte in cui ho competenze, ma quest’ultimo intervento è di una gravità che prescinde da qualsiasi disciplinare, in perfetta sintonia con quelli di questi ultimi anni, dove la qualità degli interventi è ben lontana dalla finalità presunta da chi li difende.