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Tangenti al cimitero di Vasto, l’inchiesta si allarga

Operazione “Eterno riposo”. Continuano senza sosta interrogatori, riscontri , verifiche. Non si ferma l’indagine che ha portato fino ad oggi all’arresto di tre ex dipendenti comunali e all’invio di 14 avvisi di garanzia. Dei 14 indagati, una decina è stata interrogata dalla polizia che conduce le indagini coordinate dal procuratore capo della Repubblica, Giampiero Di Florio. I loro interrogatori avrebbero provocato un effetto domino inducendo gli investigatori ad approfondire e allargare l’attività di indagine.

Gli interrogati, intercettati dalla polizia mentre parlavano con gli arrestati ,non vogliono pagare anche penalmente oltre che materialmente un comportamento che ritenevano consuetudine. Alla presenza dei loro difensori avrebbero fatto quindi delle precisazioni che potrebbero rivelarsi molto importanti ai fini dell’inchiesta.

Oggi , Luisito Lategano e Antonio Recinelli, i due ex dipendenti finiti ai domiciliari per essere tornati al cimitero, compariranno davanti ai giudici del Riesame. I due, nei guai con Franco D’Ambrosio, negano di avere mai preteso o indotto i cittadini a versare denaro per tumulazioni, esumazioni e trasferimento delle salme.

E invece per gli investigatori, avrebbero chiesto da 150 a 700 euro per ridurre in urne cinerarie le salme anche quando lo stato degenerativo non lo consentiva Il contenuto dei colloqui degli indagati già interrogati ,è coperto dal massimo riserbo. Il dirigente del commissariato, Fabio Capaldo, ha chiesto loro di collaborare. Qualcuno, pare abbia fornito risposte esaustive e preziosi elementi sui quali proseguire le indagini.

Inevitabile chiedersi, hanno fatto forse altri nomi? Hanno raccontato particolari ancora sconosciuti? La polizia non parla. Il commissario Capaldo, conferma solo che l’inchiesta è in corso e rinnova l’invito anche ai vastesi e ai dipendenti comunali a collaborare.

I difensori dei due dipendenti comunali tornati ai domiciliari per essere rientrati al cimitero anche dopo la bufera giudiziaria, gli avvocati Alessandro Orlando, Massimiliano Baccalà e Antonello Cerella sperano di ottenere oggi dal Riesame l’annullamento della custodia cautelare domiciliare per i loro assistiti.

Sono tornati al cimitero per incontrare gli ex colleghi di lavoro, come fanno tutti. Nessuno aveva detto loro che era vietato”, insistono i difensori. Ma con il passare dei giorni l’inchiesta si arricchisce di nuovi passaggi che crescono mano a mano che la polizia giudiziaria esamina nuove pagine del voluminoso faldone riguardante le tumulazioni degli ultimi anni e la traslazione delle salme dalle tombe alle urne.

Paola Calvano (Il Centro)

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