Diciassette tartarughe spiaggiate nel corso dell’intera estate, con un picco a settembre, mese in cui sono state rinvenute lungo la costa vastese ben 12 esemplari di Caretta Caretta, la maggior parte dei quali trovati morti lungo le spiagge di Vasto, San Salvo, Casalbordino e Torino di Sangro. Un fenomeno oggetto di continuo monitoraggio da parte degli esperti del Centro Studi Cetacei di Pescara, dove dal 2012 è stata creata una banca dati georeferenziata degli spiaggiamenti lungo le coste italiane.
“La principale causa di morte delle tartarughe marine e dei piccoli cetacei? Le reti da posta utilizzati dalla piccola pesca”. Così Vincenzo Olivieri, presidente del Centro Studi Cetacei, spiega la moria di esemplari nell’Adriatico. Durante l’intera estate lungo la costa vastese sono state rinvenute 17 tartarughe del genere Caretta Caretta, una in meno rispetto al 2017, quando di esemplari spiaggiati ne vennero conteggiati 18, ma 12 in più se paragonati alle testuggini rinvenute nel corso del 2016 (cinque).
“Nel 70% dei casi la morte è dovuta alle attività di pesca”, spiega l’esperto, “ed in particolare all’utilizzo delle reti da posta che vengono sistemate la sera e ritirate la mattina dopo. Le tartarughe restano impigliate nelle reti da cui non riescono a liberarsi e pur avendo una capacità di stare sott’acqua senza respirare per diverse ore muoiono annegate. Si tratta di reti fisse, radenti la costa ognuna delle quali è lunga cinque chilometri. Considerando che ci sono trecento licenze di pesca solo tra Pescara e Martinsicuro, si può calcolare grosso modo, moltiplicando cinque chilometri per 300, che ci sono reti lunghe quattro volte la costa abruzzese. Sono dati molto approssimativi», sottolinea Olivieri, «ma che rendono bene l’idea».
L’estate appena trascorsa è stata tragica per le tartarughe marine. La maggior parte di quelle spiaggiate sono state trovate lungo la costa di Vasto, le altre Caretta Caretta si sono arenate sui lidi di San Salvo, Casalbordino e Torino di Sangro. Tutte morte. Non hanno avuto la stessa fortunata sorte di Ferox, la giovane tartaruga curata e riabilitata dal Centro Studi Cetacei, liberata in mare, al largo della costa vastese, in occasione del quarto anniversario dello spiaggiamento dei Capodogli a Punta Penna, nella riserva naturale di Punta Aderci.
Anna Bontempo (Il Centro)