E’ finito dopo 5 anni l’incubo di un uomo di Vasto, C.A.A. accusato di stalking aggravato dalla ex moglie . Al termine del processo celebrato davanti ai giudici del Tribunale di Lanciano (il presunto reato era avvenuto nella zona frentana) l’imputato assistito dall’avvocato Marco Fanghella, è stato assolto con la formula “il fatto non sussiste“.
Nel corso dibattimento sono stati sentiti sia la vittima che la figlia , ma anche la sorella dell’imputato, e diversi altri testimoni indicati dalla difesa.
“La moglie di C.A.A.”, spiega l’avvocato Fanghella “prima della separazione sancita dal Tribunale di Vasto aveva intrapreso un’altra relazione sentimentale. Dopo la separazione ha sporto una denuncia-querela contro il mio cliente accusandolo di averla pedinata e contattata ripetutamente al cellulare e di averle inviato numerosi sms dal contenuto offensivo anche in presenza della figlia. Non contenta la signora è arrivata a dichiarare che l’ex marito le aveva distrutto l’ arredo della casa di famiglia minacciando lei, la figlia e la sorella”.
La donna nel corso dell’interrogatorio, ha confermato le accuse nei confronti dell’ex marito, affermando che quest’ultimo non accettava l’interruzione della relazione coniugale.
Nel corso dell’udienza però le deposizioni della figlia e della sorella hanno smentito le sue dichiarazioni. Anche i testimoni hanno ricostruito la vicenda in modo completamente diverso.
“I testimoni”, spiega l’avvocato Fanghella “hanno dichiarato ai giudici che C.A.A. era uscito molto provato dalla separazione che era stata decisa improvvisamente dalla moglie ed era proprio lei che tempestava di telefonate l’ex marito con continue richieste di denaro”.
La difesa, ha quindi ricordato che la Corte di Cassazione ritiene che il reato di stalking sussiste quando c’è il timore per l’incolumità della persona offesa e un perdurante stato di ansia e di paura.
Nel caso di C.A.A., per ammissione della stessa persona offesa, non c’era mai stato questo. I giudici quindi nel dichiarare l’insussistenza del reato di stalking hanno assolto l’imputato perché il fatto non sussiste. Contestualmente è stato dissequestrato e restituito all’imputato il fucile. “E’ stata restituita giustizia e dignità al mio cliente”, ha detto l’avvocato Fanghella.
Paola Calvano (Il Centro)