Un anno fa il sequestro a Vasto di una villa, due appartamenti e due terreni in applicazione del “Codice antimafia”. L’avvocato Giovanni Cerella, legale dei proprietari della villa, si è appellato al Riesame. Il 7 novembre la vicenda sarà discussa dai giudici aquilani. La confisca era stata disposta dal Tribunale di Chieti.
I beni sequestrati hanno un un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, e secondo i giudici teatini , sono riconducibili a sette persone residenti a Vasto, imparentate tra di loro, e dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti, usura ed estorsione.
A coordinare le indagini è stata la Procura della Repubblica che nel 2013 aveva incaricato la Finanza di avviare una “mappatura” del contesto familiare degli indagati (ritenuti particolarmente pericolosi e con legami parentali con i membri di un clan criminale che opera a Roma ) accertando la provenienza dei beni.
Gli investigatori avevano contestato significative sproporzioni tra il valore degli immobili e la contestuale assenza di redditi. La Procura aveva poi provveduto a formalizzare al Tribunale di Chieti una proposta di applicazione di misure di prevenzione patrimoniali a carico di sette indagati nei confronti dei quali era stato anche disposto il sequestro anticipato dei beni. Ora sulla vicenda si pronuncerà il Riesame.
Paola Calvano (Il Centro)