Truffe sul web. Sei condanne che partono da 6 anni e sei mesi e scendono fino a nove mesi, quattro assoluzioni e l’estinzione del reato per un imputato deceduto. E’ la sentenza emessa ieri pomeriggio dal Tribunale di Vasto al termine del processo celebrato davanti al collegio formato dal presidente, Bruno Giangiacomo, giudici a latere Italo Radoccia e Fabrizio Pasquale.
Le pene hanno ricalcato sostanzialmente le richieste fatte dal pm , Michele Pecoraro. Undici gli imputati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al falso. Secondo l’accusa il sodalizio formato da Antonio Manca, Sante Bevilacqua, Davide Silano, Moreno Consorte, Paolo Zinni, Marco Bevilacqua, Roberto Marinucci, Rocco Di Lello, Carmine Bevilacqua, Kosta Angelov e Tiziano Di Fulvio era riuscito a mettere in piedi una vera e propria associazione a delinquere per reperire auto su internet che poi pagava con assegni falsi emessi a vuoto. Venti le persone truffate, una decina quelle che si sono costituite parte civile per essere risarcite. Ieri Antonio Manca è stato condannato a 4 anni e 8 mesi , Sante Bevilacqua 6 anni e 6 mesi, Davide Silano 5 anni e 4 mesi , Paolo Zinni 4 anni e 8 mesi. Roberto Marinucci 2 anni e 4 mesi , Carmine Bevilacqua, 9 mesi. Assolti Moreno Consorte , Marco Bevilacqua, Tiziano Di Fulvio e Angelov Kosta Georgiev. Il Tribunale ha rimesso al giudice civile la risoluzione della controversia sulla proprietà delle auto sequestrate e ha disposto anche il risarcimento del danno alle vittime. Estinzione del reato per Rocco Di Lello venuto a mancare. A difendere gli accusati sono stati gli avvocati Raffaele Giacomucci, Alessandra Di Iorio, Angela Pennetta , Vincenzo Chielli e Nico Tariddi.
La vicenda risale al 30 dicembre 2011. Dopo settimane di indagini la polizia il giorno prima di San Silvestro fece scattare le prime cinque denunce a cui se e aggiunsero poi altrettante. Secondo gli investigatori il primo contatto fra l’associazione e le vittime avveniva tramite lo scambio di informazioni attraverso alcuni siti internet, specializzati nella vendita di autoveicoli.
Gli acquirenti consultavano le promozioni e le offerte di vetture di grossa cilindrata e di valore economico non indifferente. Qualche giorno dopo la cessione dell’auto (in genere il fine settimana) avveniva il pagamento in assegni circolari. All’apparenza gli effetti bancari erano validi. In realtà erano stati clonati attraverso sofisticate tecniche di contraffazione. La truffa veniva scoperta solo il lunedì successivo con la riapertura delle banche.
Paola Calvano (il centro)