Fiera di Ferragosto annullata. La vicenda finisce in Procura. Gli avvocati Davide Pellegrino e Francesco Tascione difensori di tre espositori che avevano pagato le quote per partecipare all’evento che non si è tenuto, hanno presentato ieri un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Vasto. M.B. titolare di una creperia, M.R.C titolare di un laboratorio artigianale e G.S. titolare di una panineria, chiedono la restituzione dei soldi versati e vogliono essere risarciti del danno subito.
“I tre standisti“, spiegano i legali “esercitano attività commerciali del cosiddetto “street food”, cibo da strada. Nel mese di luglio hanno appreso che a Vasto era in programma sulla riviera la Fiera Country. I tre hanno chiesto di partecipare all’evento in programma dal 17 al 19 agosto”. I tre commercianti sono stati informati che la quota partecipativa era di 450 euro per M.R.C., 750 euro per G.S. e 300 euro per M.B. e che la qualità dei posti sarebbe dipesa dalla data del versamento della quota.
I primi due hanno quindi versato subito il dovuto con bonifico bancario, G.S., ha concordato il versamento della quota la mattina dell’inizio della manifestazione. Così hanno fatto. Un’ora dopo aver pagato La Fenice ha annunciato la sospensione dell’evento.
“I nostri clienti”, dicono gli avvocati “hanno deciso di presentare in Procura una denuncia per truffa a carico dell’associazione La Fenice. Agli ambulanti”, spiegano Tascione e Pellegrino “la mattina del 17 agosto la polizia locale ha comunicato che non erano pervenute le autorizzazioni per l’occupazione del suolo pubblico. I nostri clienti non sono riusciti ad avere dal Comune nessun chiarimento e sono andati dai carabinieri e qui hanno appreso che la Fenice aveva denunciato un funzionario del Comune sostenendo di aver presentato tutta la documentazione nei tempi giusti. Ma dagli atti”, proseguono gli avvocati “risulta che nonostante il 16 agosto il Comune avesse detto agli organizzatori che l’evento non poteva tenersi, la Fenice la mattina successiva si è fatta consegnare dagli ambulanti le quote necessarie per esporre”.
L’associazione assicura di aver detto agli ambulanti che avrebbero potuto recuperare quanto versato partecipando ad altri eventi ma i commercianti ribattono che ci sono già stati altri eventi e nessuno li avrebbe invitati a partecipare. L’ultima parola spetta ora alla Procura.
Paola Calvano (Il Centro)