Processo Adriatico. E’ attesa per oggi, salvo nuovi colpi di scena, la sentenza per il collaboratore di giustizia Lorenzo Cozzolino e per altri 17 indagati che hanno chiesto il rito abbreviato. Per loro l’accusa è associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Per altri 62 imputati giudicati con il rito ordinario il 7 ottobre 2017 la Corte d’Appello, è stata esclusa l’esistenza dell’associazione a delinquere e prescritto le accuse contestate in primo grado.
Loro sono ora in attesa dell’ultimo grado di giudizio in Cassazione. Dopo la sentenza a sorpresa della Corte d’Appello anche domani all’Aquila può accadere di tutto. Lorenzo Cozzolino con le sue rivelazioni da brividi fatte 5 anni fa sollevò un inquietante velo sulla cronaca Vastese. Cozzolino non sarà in aula. Il collaboratore sarà collegato in videoconferenza da una località segreta. Con lui compariranno in veste di imputati, la moglie, Italia Belsole, la figlia Giovanna, e alcuni personaggi chiave, Carmine e Ferdinando Bevilacqua, l’argentino German Ochsyadt, Lucia Suchella, più altre figure minori.
Diciotto delle 81 persone finite in giudizio al termine della maxi operazione “Adriatico”, scaturita dalle confessioni ripetute più volte in videoconferenza. Il collaboratore di giustizia ha svelato un presunto patto con i rom per la gestione del traffico della droga dalla Campania all’Abruzzo.
Da mesi una decina di avvocati stanno preparando le arringhe difensive, fra loro Nicola Artese, legale di Cozzolino ,Giovanni Cerella, Fiorenzo Cieri, Marisa Berarducci, Arnaldo Tascione, Antonello Cerella, Raffaele Giacomucci, Massimiliano Baccalà, Emanuela De Nicolis.
Il collaboratore di giustizia ha ripetuto più volte le inquietanti rivelazioni fatte nel 2013 e ritenute attendibili dagli investigatori arrivando ad accusarsi dell’omicidio del suocero. Pare che sia stato proprio l’omicidio a portare l’ex capo clan a Gissi. Tanti i nomi snocciolati e i personaggi coinvolti,compresi i familiari. L’uomo chiave dell’operazione ” Adriatico” ha rivelato la presenza nel Vastese di un clan che dal 2011 fu impegnato a finanziare le proprie casse e i collegamenti con l’Olanda e l’Albania.
Trentuno accusati finirono anche in carcere. La maxi operazione venne coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia.Un anno fa il processo a Cozzolino è stato affidato a nuovi giudici. Martedi scorso il presidente del Tribunale di Vasto, Bruno Giangiacomo ha ricordato la delicatezza della vicenda.
Paola Calvano (Il Centro)