Doveva essere l’udienza decisiva, quella durante la quale il Gup del Tribunale avrebbe dovuto prosciogliere o rinviare a giudizio l’ex giunta comunale. Invece c’è stato l’ennesimo rinvio, il terzo per la precisione. Il motivo? Sempre il solito, cioè un difetto di notifica.
E’ stata aggiornata al 17 gennaio 2019 la camera di consiglio relativa all’inchiesta sulle manifestazioni estive 2013 che vede coinvolti l’ex sindaco Luciano Lapenna, gli assessori dell’epoca, un dirigente comunale e il titolare di una agenzia di spettacoli per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
La vicenda è quella relativa all’affidamento delle manifestazioni estive senza gara d’appalto, nonostante l’importo (170mila euro) di gran lunga superiore al tetto stabilito dalla legge per gli affidamenti diretti (40mila euro).
Ieri non sono stati i legali dei nove imputati a sollevare il difetto di notifica, ma lo stesso Gup Fabrizio Pasquale che lo ha rilevato d’ufficio, anche a fronte dell’assenza in aula di alcuni difensori.
“Pur avendo avuto un difetto di notifica abbiamo rinunciato a far valere la nullità”, spiega l’avvocato Fabio Giangiacomo che difende l’ex sindaco Lapenna, “non abbiamo nessun interesse a far rinviare l’udienza. La voce che stiamo perseguendo la tesi della prescrizione è destituita di ogni fondamento. Al contrario, proprio perché riteniamo che il reato contestato sia insussistente vogliamo che il procedimento vada avanti, nella convinzione che già in sede di udienza preliminare o in fase dibattimentale riusciremo a dimostrare l’innocenza dell’ex primo cittadino di Vasto. E vogliamo farlo prima che si arrivi alla prescrizione”.
Dello stesso avviso altri difensori. “I politici vogliono che questa vicenda venga immediatamente definita”, chiosa l’avvocato Giuseppe Gileno, “da parte nostra non c’è alcun interesse al rinvio delle udienze ma alla definizione della causa, anche alla luce della periodica gogna mediatica”.
Oltre a Lapenna sono rimasti coinvolti nell’inchiesta avviata dalla Procura in seguito all’esposto di un promoter vastese, Stefano Comparelli, gli assessori della giunta in carica all’epoca dei fatti (Vincenzo Sputore, Nicola Tiberio, Mario Olivieri, Anna Suriani, Luigi Masciulli e Lina Marchesani), il dirigente comunale Michele D’Annunzio e il titolare dell’agenzia Muzac, Nando Miscione.
A carico dell’ex giunta e del dirigente è stato ravvisato il reato di abuso in atti d’ufficio, mentre frode in pubbliche forniture e truffa sono le contestazioni mosse all’imprenditore.
Anna Bontempo (Il Centro)