Residence Rossetti: il sindaco Francesco Menna ottiene il dissequestro del cantiere e firma immediatamente una ordinanza di sgombero e messa in sicurezza del fabbricato. La bonifica della struttura divenuta il regno del degrado è cominciata con la rimozione delle gru pericolanti. I residenti di via Rossetti tirano un sospiro di sollievo. Ma non solo loro. Contestualmente all’ordinanza sul residence Rossetti, Menna ha firmato un’altra ordinanza che dispone la bonifica di tutti i fabbricati privati occupati abusivamente e il loro sgombero. Al momento gli immobili sono una decina.
“Invito i cittadini“, dice il sindaco “a collaborare con il Comune segnalando situazioni di degrado ignorate dai privati e che arrecano danno all’intera comunità. Se dovessero verificarsi ancora il Comune sarà costretto a prendere severi provvedimenti“, avvisa il sindaco. Francesco Menna ha mandato anche ieri mattina la polizia locale a verificare le condizioni dell’immobile di via Rossetti e degli altri fabbricati del centro storico in abbandono da anni. Una situazione che ha provocato il proliferare di sporcizia, ratti e insetti.
«Attendo di vedere», dice Menna, «i risultati del sopralluoghi per valutare l’adozione di eventuali provvedimenti». Il sindaco ha chiesto anche alla Asl di compiere le opportune verifiche per valutare le condizioni dei cantieri e dei fabbricati privati, sia all’esterno che all’interno.
IlCentro qualche settimana fa aveva rivelato che il residence Rossetti era diventato la location in cui avvenivano stupri di gruppo a danno di ragazze minorenni. La vicenda della ragazzina romana drogata , stuprata e uccisa in un cantiere abbandonato della capitale ha rinfocolato le polemiche.
“Finalmente è arrivato il dissequestro e ora il Comune ha facoltà di intervenire per mettere fine al degrado e a possibili situazioni di pericolo”, dice Menna. All’interno di quel gigante di cemento più volte sono dovute intervenire le forze dell’ordine e i vigili del fuoco per incendi dolosi e lancio di oggetti. Da qualche tempo il cantiere era diventato la residenza e il dormitorio di senza tetto, clandestini, sbandati e ricercati. I residenti esasperati hanno chiesto più volte al Comune di trovare una soluzione.
Il sequestro del fabbricato legava le mani al Comune. “Il fabbricato ora sarà messo in sicurezza e cercheremo di eliminare i pericoli per i giovani che vanno a scuola nella zona e per i residenti. E’ stata anche attivata l’avvocatura, per recuperare attraverso il pignoramento dei canoni di locazione, le importanti somme derivanti da sanzioni di natura edilizia comminate all’impresa che ha realizzato l’immobile”.
Paola Calvano (Il Centro)