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Obbligazioni ex Carichieti, il gip non archivia

Obbligazioni subordinate Carichieti. Il gip Luca De Ninis ha rigettato la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura di Chieti e disposto che gli atti ritornino alla Procura per la prosecuzione dell’inchiesta. Non solo. Il giudice avendo individuato profili di responsabilità penale a carico di vertici Carichieti ha dato alla Procura mesi di tempo per individuare i responsabili. Fino ad oggi ad essere sotto accusa era un funzionario che avrebbe convinto durante le sue trasferte nel Vastese una pensionata di San Salvo a investire 500mila euro su obbligazioni divenute carta straccia. Il gip ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Giovanni Cerella e chiesto l’approfondimento delle indagini chiedendo che oltre alla responsabilità dell’istituto di credito venga individuato e punito chi fisicamente è venuto ripetutamente nel Vastese per tratte in errore i clienti.

La pensionata di San Salvo non è stata l’unica vittima. Altri clienti sono seguiti dall’avvocato Arnaldo Tascione. La vicenda risale a 4 anni fa. Quando scoppiò il caso la Procura vastese chiese subito l’intervento della guardia di finanza. La vicenda poi passò alla Procura teatina che raggruppò tutti gli esposti. Qualcuno dei truffati è stato in parte risarcito. Altri, come la pensionata di San Salvo aspettano giustizia. La donna è rimasta senza risparmi per colpa delle obbligazioni subordinate, capitale di rischio azzerato con la fine della vecchia banca. La donna non aveva preso affatto bene la richiesta di archiviazione della Procura teatina.

“La mia cliente chiede giustizia”, ha detto ieri l’avvocato Cerella. “La signor è stata avvicinata più volte da un funzionario che l’ha convinta ad investire tutti i suoi risparmi sulle obbligazioni“, rimarca il legale. “E’ evidente l’induzione all’errore”.

Tutte le inchieste sono state riunite a Chieti, perchè sede legale dell’istituto di credito. “Chi è stato così abile a convincere la mia cliente non può uscire a testa alta da questa storia come se non avesse fatto nulla”.

Oltre alla vedova, nel Vastese ci sono un insegnante in pensione e un imprenditore che hanno visto andare in fumo, sia gli interessi che il capitale.“Non è possibile dopo una vita di sacrifici rimanere solo con 1.500 euro nel conto “ dice l’avvocato Cerella che ha allegato al ricorso anche la consulenza del professore Vecchione di Campobasso che dimostra il danno psicologico subito dalla sua cliente. Ugualmente provate le altre vittime che ora dopo la decisione del gip De Ninis tornano a sperare.

Paola Calvano (Il Centro)

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