Nel 2017 si sono verificati in Molise 510 incidenti stradali che hanno causato la morte di 27 persone e il ferimento di altre 767. Rispetto al 2016, aumentano sia gli incidenti (+6,5%), in controtendenza con il dato nazionale (-0,5%), che i morti (+58,8%), con un incremento percentuale molto maggiore della media nazionale (+2,9%); diminuisce invece il numero dei feriti (-2,4%) in linea con il dato nazionale (-1,0%).
Questi i dati contenuti in un focus messo a punto dall’Istat sugli incidenti stradali in Molise per l’anno 2017 e diffuso oggi alla stampa. In particolare, l’Istat rileva alta pericolosità lungo la Ss16 Adriatica, la Ss17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitico (tratta molisana) e la Ss647 Fondo Valle del Biferno.
L’indice di mortalità cresce nella provincia di Campobasso da 3,6 a 4,8 e nella provincia di Isernia da 3,4 a 6,5. Nel 2017 il maggior numero di incidenti (298, il 58,4% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 2 morti (7,4% del totale) e 403 feriti (52,5%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano del 26,8% in ambito urbano e del 62,5% sulle autostrade, mentre diminuiscono del 15,7% sulle strade extraurbane. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (12,6 decessi ogni 100 incidenti). Più del 40% dei sinistri stradali avviene lungo un rettilineo, sia sulle strade urbane che su quelle extraurbane. In ambito urbano gli incidenti che si verificano in corrispondenza degli incroci rappresentano il 19,8% del totale, seguono quelli che avvengono nei pressi di una intersezione (16,4%) e di una curva (10,1%). Lungo le strade extraurbane il 27,8% degli incidenti si verifica in curva, il 14,6% nei pressi di una intersezione.
La tipologia più pericolosa è la fuoriuscita o sbandamento del veicolo (9,9 decessi ogni 100 incidenti), seguono lo scontro frontale (9,1) e la caduta da veicolo (8,3). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 7,0 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (4,2 decessi). Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta, la velocità troppo elevata e il mancato rispetto delle regole di precedenza o del semaforo sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 38,4% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la velocità troppo elevata incide da sola per quasi il 18%.
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per i giovani 15-29enni (18,1 per 100mila abitanti) e gli ultrasessantaquattrenni (9,2 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 70,4% delle vittime e il 64,0% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 18,5% dei morti e il 27,4% dei feriti, i pedoni l’11,1% dei deceduti e l’8,6% dei feriti. Il 53,0% dei pedoni feriti a seguito di incidente stradale ha più di 64 anni. L’indice di lesività standardizzato è pari a 456,3 per la classe di età 15-29 anni e a 275,4 per quella 30-44 anni. (Ansa)