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Tradimenti e separazioni, l’infedeltà è sui social

foto edy biasone

IMG-20181216-WA0001Le tracce di rossetto sulla camicia, i biglietti e i mazzi di fiori anonimi e “sospetti” fanno parte di un’altra epoca. Nell’era dei social ci pensa la tecnologia  a mettere il dito tra moglie e marito. Le cause di separazione aumentano e molti spesso alla base di una relazione che si chiude c’è proprio una relazione extra-coniugale, scoperta non frugando nelle tasche dei jeans, ma dando una sbirciatina al telefonino lasciato incustodito dal partner “fedifrago”.

Messaggi sui cellulari, Watsapp, Facebook,  Twitter e qualche “faccina” di troppo sono capaci di destare sospetti che spesso si rivelano fondati. Ne sanno qualcosa gli avvocati matrimonialisti, secondo i quali  l’app di messaggistica appare in circa il 40% delle separazioni e dei divorzi quale prova dell’infedeltà del coniuge. E poco importa se le informazioni sono ottenute violando la privacy. Messaggi, chat, post e screenshot di conversazioni sono accettati,  ormai,  come prove in quasi tutte le cause di separazione e per evitare denunce, in presenza di forti sospetti, i legali chiedono al gestore telefonico, tramite il Tribunale, il traffico telefonico del cellulare “incriminato”. Così senza sporcarsi le mani (o la coscienza), né rischiare responsabilità, la prova del tradimento è ottenuta e il gioco è fatto, con relativo, probabile, addebito della separazione al partner traditore.

“Una mia cliente è riuscita ad avere la password ed entrare nel profilo Facebook del marito”, racconta l’avvocato Edy Biasone del foro di Vasto, “è riuscita così a scoprire che il partner scambiava messaggi inequivocabili con diverse donne con cui aveva vere e proprie relazioni extra-coniugali, anche se virtuali”.

I social non sono utili solo nelle cause di separazione: spesso una foto postata, imprudentemente, su Facebook diventa una prova da esibire in Tribunale.

“Un’altra mia cliente  è riuscita a dimostrare una violazione degli obblighi della separazione”, continua l’avvocato Biasone, “era successo che il marito, invece di andare a prendere il figlio, si era inventato un impegno di lavoro, ma in realtà era andato ad una gara di pattinaggio insieme all’amica, pubblicando successivamente la foto sul suo profilo Facebook”.

Determinanti sono anche i messaggi sui cellulari, che una volta stampati vengono prodotti nelle cause di separazione “per dimostrare il tradimento del partner”.

Specialiste a scovare le corna del marito sono le donne, come ci racconta l’avvocato Katia Basilico.  

“Mi sono occupata di diversi casi in cui sono state le mogli a scoprire l’infedeltà del marito dal telefonino”, dice il legale, “si trattava di messaggi inequivocabili che ho prodotto nella causa di separazione”.

Anna Bontempo (il centro)

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