Si gioca oggi a Pescara la partita sul futuro delle autolinee Cerella. I rappresentanti di Filt, Fisal e Cisal hanno organizzato una trasferta per sollecitare dalla Regione il pagamento degli stipendi di novembre e dicembre e la tredicesima per 60 dipedente. La Filt Cgil AbruzzoMolise, invece dopo aver avviato la protesta con la dichiarazione della conciliazione (fase che precede lo sciopero e la mobilitazione) ha chiesto un incontro urgente al presidente vicario, Giovanni Lolli.
“Avendo constatato“, spiegano in una nota Germano Di Laudo e Franco Rolandi “per questa importante realtà aziendale del vastese e per l’immediato futuro della stessa,una assoluta mancanza di prospettiva organizzativa ed economica in grado di evitare ulteriori problemi ad un territorio già ampiamente martoriato da una persistente mancanza di sviluppo e da un isolamento alquanto evidente (a cominciare proprio dalle condizioni del trasporto pubblico locale), ritiene indispensabile e urgente un incontro con il presidente vicario della Regione ,Giovanni Lolli, una richiesta di incontro urgente”.
Il Presidente delle autolineee Cerella, Angelo Pollutri ha confermato alle maestranze, e alle organizzazioni sindacali,la condizione di estrema difficoltà economica/finanziaria in cui versa la società di trasporto anche e soprattutto a seguito dei mancati trasferimenti di risorse dalla Regione.
“E’ la Regione che decide”, ha detto Pollutri ha denunciando una importante mancanza di liquidità e la conseguente impossibilità a garantire nei tempi previsti la corretta erogazione ai dipendenti della mensilità di dicembre e della tredicesima mensilità, il Presidente Pollutri ha ritenuto di dover escludere responsabilità ascrivibili all’operato aziendale e dell’attuale Cda di Cerella, responsabilità che invece sarebbero da attribuire unicamente all’Ente Regione.
Questa mattina intanto Filt, Fisal e Cisal saranno a Pescara per manifestare il disagio di 60 dipendenti e altrettante famiglie che si preparano a trascorrere un Natale molto triste. I sindacati faranno di tutto per sboccare la situazione.
“Non c’è cosa peggiore”, ha dichiarato un lavoratore “di dover raccontare alla tua famiglia che dopo aver fatto il tuo dovere non hai ricevuto il corrispettivo. E’ una esperienza traumatizzante”.
Paola Calvano (Il Centro)