Chiedono di compiere celermente, ed in maniera approfondita, una puntuale ricognizione del personale al fine di non disattendere le legittime aspettative dei precari e, in particolare, di assicurare ai Centri per l’Impiego delle province di Chieti, Pescara e Teramo “ una forza lavoro qualificata e numericamente adeguata per l’assolvimento dei compiti istituzionali”.
Parte dal territorio la richiesta di stabilizzare i 35 lavoratori dei Centri per l’Impiego, una ventina dei quali presenti nelle strutture di Vasto, Lanciano, Ortona e Chieti, destinati a giocare un ruolo di primo piano nell’ambito del reddito di cittadinanza.
“L’Abruzzo rischia di perdere una occasione storica per costruire una rete efficace dei Centri per l’impiego, di cui beneficeranno non solo coloro che vi lavorano, ma anche tutti i cittadini abruzzesi disoccupati o inoccupati che finalmente avranno una risposta pubblica a tutte le loro esigenze di lavoro”, sostiene il Comitato precari della provincia di Chieti, “trenta unità all’Aquila sono in servizio grazie ad un dirigente che ha applicato la norma e sono in pratica stabilizzati legittimamente. Circa 35 unità per tutte le altre province con quasi tutti i requisiti del decreto Madia sul superamento del precariato non sono in servizio perché dalla fine del 2014 i vari presidenti di Provincia non hanno rinnovato i contratti anche se ne avevano facoltà normativa. In occasione dell’approvazione del piano del fabbisogno del personale 2018-2020, che, tra l’altro, ha già previsto la stabilizzazione da parte della Regione Abruzzo dei 30 precari dei Centri per l’Impiego della Provincia dell’Aquila, la giunta regionale ha dato mandato al direttore per lo sviluppo economico, Piergiorgio Tittarelli, di procedere ad una ricognizione della situazione dei precari dei Centri per l’Impiego delle altre tre province abruzzesi”.
Per il Comitato precari si riscontra “una oggettiva difficoltà nel dare pronta attuazione alle attività di ricognizione, in quanto il Dipartimento per lo sviluppo economico della Regione Abruzzo, non è dotato di una figura dirigenziale dedicata a tale problematica. Tale carenza è aggravata dal fatto che la struttura regionale in questione non dispone neanche di una platea di funzionari numericamente adeguata a sopperire, anche se solo temporaneamente, alla predetta assenza di un dirigente preposto”.
Il Comitato invita alla mobilitazione.
Anna Bontempo (Il Centro)