“L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere“. E’ stato questo il forte richiamo del Papa nell’omelia della messa della Notte di Natale.
“Betlemme è la svolta per cambiare il corso della storia“, ha indicato il pontefice. Andare dunque a Betlemme, andare incontro a Dio: questo l’invito del pontefice. “La strada, anche oggi, è in salita: va superata la vetta dell’egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo. Voglio arrivare a Betlemme, Signore, perché è lì che mi attendi. E accorgermi che Tu, deposto in una mangiatoia, sei il pane della mia vita. Ho bisogno della fragranza tenera del tuo amore per essere, a mia volta, pane spezzato per il mondo”.
Stanotte il messaggio del Papa è tutto dedicato alla necessità di condividere con chi è più in difficoltà: “Spezzo il mio pane con chi ne è privo?”, ha chiesto. Poi il pontefice ha esortato a vivere in “attesa”, non nella pretesa, e a non aspettare Dio “sul divano”, come “chi si sente arrivato e non ha bisogno di nulla”. Solo andando incontro a Dio e agli altri si potrà cogliere l’essenza del messaggio di Natale.
Saluti a sorpresa ieri pomeriggio dal Papa agli uomini e le donne dell’esercito italiano. In un videomessaggio si è rivolto soprattutto a coloro che sono in servizio, lontani da casa. Un Natale all’insegna dell’attenzione per l’altro: la Chiesa italiana chiede di cogliere l’occasione della festività per mostrare solidarietà. Da Cremona a Matera, fino al messaggio dei Gesuiti, l’invito è a guardare a chi è nella necessità e non ai bagliori delle chiese. Perché oggi, come allora fu per Gesù, c’è chi è rifiutato, come coloro che sono “stipati nei barconi”, ha detto monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo. (La Repubblica)