Il 2019 si apre per Vasto con processi importantissimi. Più di 150 gli indagati per due delle operazioni più clamorose e che rivelarono pericolose infiltrazioni nel territorio : “Isola Felice” e “Adriatico”.
ISOLA FELICE. È stata fissata a metà gennaio 2019 l’udienza per le richieste istruttorie del processo ai 106 indagati dell’operazione “Isola felice”. La vicenda è sicuramente fra e più inquietanti del Vastese. Fra i protagonisti c’è Eugenio Ferrazzo, 41 anni, ritenuto dagli investigatori un ex boss calabrese. L’uomo l’estate scorsa sembrava intenzionato a rispondere alle domande dei magistrati. In realtà la scorsa udienza mentre deponeva, un improvviso malore gli fece perdere i sensi. Sulla vicenda sono accesi anche i riflettori del Parlamento. Il processo si occupa di pericolose infiltrazioni nel Vastese. Molti dei 106 imputati risiedono nel Vastese. Il processo si celebra a Pescara perché teatro di diversi reati riferiti al biennio 2010-2012. Secondo la Dia (Direzione investigativa antimafia) la ndrangheta avrebbe in passato cercato più volte di mettere radici a San Salvo. Le misure cautelari furono all’epoca 25. Sei le regioni in cui, a detta della Dia, operavano gli accusati. Le accuse sono raccolte in un dossier di 600 pagine. Vasto e San Salvo, secondo gli investigatori, sarebbero state le basi degli indagati e i personaggi locali avrebbero avuto un ruolo di spicco nel clan gestito da Eugenio Ferrazzo. L’uomo, arrivato in Abruzzo a ottobre 2006, dopo un periodo di detenzione all’estero per traffico internazionale di cocaina, si trasferì a San Salvo, sfuggendo alla mattanza ordita dallo zio, Mario Donato Ferrazzo, capo indiscusso della ’ndrina di Mesoraca (Crotone) reclutando manovalanza a Montesilvano e San Salvo.
ADRIATICO. Il 15 gennaio è in programma la sentenza dei giudici del tribunale dell’Aquila per Lorenzo Cozzolino e gli accusati dell’operazione “Adriatico” che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. L’udienza negli ultimi mesi è slittata per tre volte. Sulla vicenda è puntata l’attenzione del Vastese. L’inchiesta venne diretta dalla Dda. «L’Abruzzo non è affatto un’isola felice», ribadì al termine delle indagini il pm David Mancini. Il cardine attorno al quale ruota la vicenda è il collaboratore di giustizia Lorenzo Cozzolino. Le sue dichiarazioni hanno permesso di ricostruire l’ inquietante puzzle dello spaccio di droga nel Vastese, ma rivelato anche estorsioni, sparatorie e altri reati gravissimi.
Paola Calvano (Il Centro)