3 maggio 2017: un rapinatore, entra nell’ufficio postale di via Monaco e, pistola in pugno e calzamaglia sul viso, dopo aver legato il direttore, porta via 65mila euro. Una rapina-lampo fatta pochi secondi dopo l’apertura, mentre nell’ufficio c’era solo il responsabile, Elio Leone. Domani inizia davanti al giudice per le indagini preliminari il processo ai tre presunti responsabili : S.C., 26 anni, di Lanciano residente a Vasto ,A.R., 27 anni, di Vasto, e V.B., 23 anni, di Vasto. S.C., già noto alle forze dell’ordine, deve rispondere anche delle minacce al direttore aggravate dall’utilizzo di un’arma e acquisto e uso di una moto rubata.
L’avvocato Francesco Bitritto che difende S.C. e fa parte dei difensori degli imputati con i colleghi Raffaele Giacomucci , Guido Giangiacomo e Gabriele D’Ugo, contesta le accuse e si prepara a dare battaglia. «Il mio cliente non c’entra nulla con quella rapina», afferma l’avvocato Bitritto. «Non lo dico io ma le immagini registrate dalle telecamere».
Quella rapina è stata inserita dal sostituto procuratore Gabriella De Lucia, nell’elenco dei reati commessi per procurarsi soldi per l’acquisto di droga. Di sicuro l’autore studiò a lungo i luoghi e ciò che accadeva nella filiale. Il rapinatore scelse l’ora di apertura ben sapendo di trovare nel locale solo il direttore Leone. Il bandito sapeva anche che nell’ufficio c’erano i soldi delle pensioni. Ha atteso che Leone entrasse e gli balzò alle spalle. Sollevò un braccio e, mostrando al direttore la pistola, gli ordinò di aprire la cassaforte. Afferrato il denaro uscì e si è allontanò facendo perdere le tracce. Il rapinatore, secondo gli investigatori, arrivò e fuggì in sella a una moto con targa falsa. Quando il direttore, colto da malore per lo spavento, chiamò i carabinieri, l’autore del colpo era lontano.
Paola Calvano (Il Centro)