Operazione “Eterno riposo”. Il gip del Tribunale di Vasto, Italo Radoccia ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per Franco D’Ambrosio, uno dei tre dipendenti comunali finiti nei guai lo scorso luglio. Soddisfatto il difensore di Franco D’Ambrosio (60 anni) ex custode del cimitero, l’avvocato Massimiliano Baccalà. Il legale insieme al collega Alessandro Orlando, domani discuterà in Cassazione anche della posizione di Antonio Recinelli (65 anni, necroforo).
A D’Ambrosio Recinelli e Luisito Lategano (45 anni, operaio), la Procura di Vasto contesta i reati di concorso in induzione indebita a dare e/o promettere utilità e vilipendio di cadavere. Nell’inchiesta prorogata di recente, sono indagate anche 14 persone che avrebbero pagato per la fornitura dei servizi cimiteriali.
A scoperchiare per primo il presunto giro di malaffare fu l’ex sindaco di Vasto Luciano Lapenna con due denunce, del 2012 e del 2015. L’amministrazione comunale fece anche apporre sul cancello del cimitero cartelli in cui si avvisava che i pagamenti dovevano avvenire solo negli uffici municipali.
Secondo la polizia diretta da Fabio Capaldo, i tre dipendenti avrebbero posto in essere “una vera e propria attività illecita in grado di fruttare loro denaro contante, utilizzando l’incarico pubblico per il personale profitto“. L’attività illecita è riferita alle operazioni di inumazione, tumulazione, esumazione ed estumulazione dei feretri, per eseguire le quali i tre avrebbero indotto gli utenti a pagare loro somme di denaro, anziché rivolgersi al servizio Patrimonio e Demanio del Comune, per il versamento delle tariffe previste dal regolamento.
Accuse che i difensori degli indagati contestano con determinazione.”I miei clienti”, dice l’avvocato Baccalà “non hanno mai chiesto nulla. Le somme ricevute erano date volontariamente dai clienti”.
Paola Calvano (Il Centro)