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Vasto, il rogo della palestra è senza colpevoli

Nessun colpevole per l’incendio della palestra “Kuroshio Martial Arts” in via Del Porto. Il rogo, datato novembre 2016, è stato sicuramente un gesto doloso, ma la persona ritenuta colpevole di quel gesto è stata assolta. Y.M., 38 anni , arrestato e condannato in primo grado dal Tribunale di Vasto a 3 anni e 6 mesi è stato assolto dalla Corte d’appello dell’Aquila. Le prove della colpevolezza dell’accusato non sono state ritenute sufficienti. Le immagini della videosorveglianza che mostrano il trentottenne che cammina non lontano dalla palestra non dimostrano che l’uomo è entrato nella struttura sportiva. In sostanza la Corte ha accolto la tesi della difesa dell’imputato rappresentata dall’avvocato Massimiliano Baccalà. «Non si può accusare una persona di un reato solo perché una telecamera lo ha ripreso mentre camminava nella zona dell’incendio. Non è lui il piromane».

IL ROGO. Il 13 novembre 2016 un uomo con un cappuccio in testa, dopo aver rotto una piccola finestra, entrò all’interno della palestra di arti marziali “Kuroshio Martial Arts”, al piano terra di un immobile di tre piani in via Del Porto. Una volta dentro l’uomo versò il contenuto di una bottiglia di plastica, liquido infiammabile, sul pavimento. Subito dopo gettò sul liquido un fiammifero. Le fiamme si propagarono in pochi secondi in tutta la palestra. Solo grazie all’intervento di una squadra dei vigili del fuoco, avvisata da un condomino, il fuoco non raggiunse i piani superiori.

LE INDAGINI. I carabinieri del Nucleo operativo acquisirono le immagini catturate dalle telecamere della videosorveglianza pubblica e privata, accese su via Del Porto e sulle traverse vicine. I fotogrammi mostrarono Y.M. mentre camminava nella zona. L’uomo venne arrestato e accusato di essere il responsabile dell’incendio. Da quel momento l’avvocato Baccalà ha iniziato a battersi per dimostrare l’innocenza del suo cliente. “Trovarsi nella zona di un locale incendiato non vuol dire averlo incendiato“, ha sostenuto il penalista. In primo grado i giudici del Tribunale di Vasto hanno condiviso però la tesi accusatoria condannando l’imputato alla pena di tre anni e mezzo di reclusione. L’avvocato Baccalà non si è arreso ed ha presentato ricorso in appello contro la sentenza. La Corte aquilana questa volta gli ha dato ragione assolvendo l’accusato. “Le immagini della videosorveglianza”, dice Baccalà “per essere utilizzate come prova incontestabile avrebbero dovuto mostrare il mio cliente dentro la struttura sportiva incendiata, all’ora dell’incendio “.

Paola Calvano (Il Centro)

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