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Lizzi, dopo un anno il delitto è ancora irrisolto

E’ trascorso un anno dal ritrovamento del corpo senza vita di Antonio Lizzi, 69 anni e la vicenda purtroppo resta un giallo irrisolto. Gli investigatori non si arrendono ma il silenzio del paese non li ha aiutati. Nessuno ha fornito ai carabinieri notizie utili all’identificazione degli assassini.

Un anno fa alle 22,30 , il corpo di Lizzi venne trovato all’ingresso della sua casa. Lizzi però era legato sul pavimento, parzialmente immobilizzato da una corda. Il volto era rattrappito da una smorfia di dolore. Le comparazioni dei carabinieri del Ris (il reparto investigazioni scientifiche) sul Dna dei conoscenti di Lizzi hanno dato esito negativo.

Dopo un anno il mistero è ancora irrisolto. Non c’è un colpevole, ma il movente potrebbe essere proprio quello di una tentata rapina. Lizzi potrebbe essere stato picchiato e ucciso dai malviventi per farsi rivelare dove era nascosto quel gruzzolo di cui il pensionato aveva parlato due giorni prima.

Gli investigatori continuano ad eseguire verifiche comparative. Il corpo senza vita del pensionato venne ritrovato il 4 febbraio ma era morto due giorni prima. Era sull’ingresso di casa, pesto, gonfio e legato. La porta era socchiusa. Il medico legale ha chiarito che la a morte fu provocata da colpi violenti al torace. Gli investigatori hanno compiuto all’ingresso della casa accertamenti tecnici per rilevare le impronte. Altre perizie sono state eseguite al cimitero. Altre ancora nel furgone della vittima.

La casa di contrada Marracola e il furgone Fiat Fiorino della vittima restano sotto sequestro. Le indagini sull’uomo, colpito al volto e poi massacrato di botte proseguono nel più assoluto riserbo. I risultati delle comparazioni che si susseguono potrebbero rivelarsi una tappa cruciale.

Il Ris è affiancato dagli specialisti del reparto scientifico di Chieti. Nella sede del Ris, a Roma, sono ancora in corso i raffronti chiesti dalla magistratura. Perizie delicate e che richiedono tempo.

A coordinare le indagini c’è il procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio. Nei laboratori di Tor di Quinto sono state fatte anche sofisticate perizie tecniche sulle impronte rinvenute sullo scotch che bloccava i piedi e i polsi della vittima, sul pavimento e su alcuni utensili e oggetti da lavoro che i militari specializzati nelle indagini scientifiche hanno trovato sulla scena del crimine e repertato. Lizzi non frequentava nessuno. Chi lo ha ucciso di botte potrebbe far parte di frequentazioni all’apparenza senza importanza, oppure, ed è l’ipotesi più accreditata , la vittima non conosceva i suoi carnefici arrivati da lontano. Li sorprese forse a casa mentre cercavano di rubare e questa fu la sua condanna.

Paola Calvano (Il Centro)

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