Rifiuti che diffondevano un olezzo nauseabondo, altri che, trascinati dall’acqua piovana, finivano nel Trigno, il fiume che segna il confine fra Abruzzo e Molise. Una nuova montagna di rifiuti è stata scoperta dalla Forestale dell’Arma dei carabinieri sul ciglio di una strada non lontana dalla riviera. E’ in corso una indagine, per il momento a carico di ignoti. L’accusa è, abbandono incontrollato di rifiuti. Ad intervenire sono stati i militari della stazione carabinieri forestali di Petacciato.
“Le pattuglie”, annotano i forestali “hanno rinvenuto rifiuti speciali pericolosi (fogli di eternit, paletti di cemento, e altro materiale inquinante) abbandonati sul ciglio di una strada. Sono scattate immediatamente le attività di indagine per risalire ai presunti responsabili dell’incivile e pericoloso gesto”.
I carabinieri stanno controllando le immagini registrate dalle telecamere e cercano eventuali testimoni. Contestualmente sono state avviate le procedure per la rimozione e il recupero dei rifiuti. Il materiale sarà trasferito in un impianto autorizzato allo smaltimento. Già agli inizi del mese di gennaio, si era verificato un fatto analogo non lontano dalla foce del fiume Trigno a ridosso della spiaggia di San Salvo. Grazie al rinvenimento di elementi che hanno permesso di risalire agli autori del gesto i carabinieri hanno contestato agli incivili, violazioni amministrative per un importo complessivo di circa 4.000 euro. Anche questa volta gli autori dell’inquinamento potrebbero essere rintracciati.
“L’abbandono di rifiuti”, ricordano i carabinieri forestali “oltre a deturpare la bellezza paesaggistica del territorio e la sua valenza ambientale in termini di biodiversità, rappresenta un fenomeno che può minare la sicurezza sociale. Infatti spesso tra i rifiuti abbandonati viene trovato materiale pericoloso per la salute: eternit, scarti che provengono da apparecchiature elettriche ed elettroniche, solventi, oli esausti, batterie e accumulatori, plastica e sostanze chimiche. I rifiuti tossici possono entrare in contatto, diretto o indiretto, con l’uomo attraverso diverse modalità. Possono raggiungerci, ad esempio, quando vengono sotterrati illegalmente o riversati nei canali attraverso l’ingestione di acqua ed alimenti contaminati, oppure direttamente per inalazione o per contatto con la pelle. Non bisogna”, ammoniscono quindi i carabinieri “sottovalutare le conseguenze che certi gesti inconsulti e poco rispettosi dell’altrui libertà, possono comportare per noi stessi e per l’ambiente dove viviamo”.
A tal proposito i carabinieri forestali d’Abruzzo e Molise invitano i cittadino a segnalare subito la presenza di rifiuti lungo le strade o vicino i corsi d’acqua. I comportamenti incivili e dannosi vanno subito denunciati.
Paola Calvano (Il Centro)