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Cacciatore ucciso, oggi nuova udienza sulle perizie

Come avvenne l’incidente mortale costato la vita a Nicola Costanzo, 58 anni di Torrebruna. Il cacciatore fu ucciso accidentalmente durante una battuta di caccia? Il proiettile che lo colpì venne deviato o raggiunse subito la vittima? E’ quanto stanno cercando di accertare attraverso perizie e testimoni i giudici del Tribunale di Vasto.

Oggi è in programma una nuova udienza per risalire alle cause della tragedia che sconvolse la piccola comunità dell’Alto Vastese e ricostruire la dinamica dell’ incidente di caccia avvenuto 5 anni fa. L’imputato è Roberto Meo, un cacciatore cinquantenne di Castelguidone, amico della vittima. L’uomo è accusato di omicidio colposo.

L’avvocato Giovanni Cerella, difensore dell’accusato, insiste sull’accidentalità dell’evento e sulla possibile deviazione del proiettile da parte di un corpo estraneo. Fondamentale saranno i risultati delle perizie e dell’incidente probatorio eseguiti nel luogo della disgrazia ad aprile 2016. L’incidente probatorio fu disposto per ricostruire l’esatta scena del ferimento.

L’autopsia, eseguita dal medico legale Pietro Falco, accertò che Costanzo morì in seguito a un colpo di fucile che causò lo «sfacelo della zona encefalica» del cranio. Il colpo di fucile raggiunse Costanzo sul lato sinistro della testa. La moglie e i tre figli di Nicola Costanzo si sono costituiti parte civile. A rappresentarli sono gli avvocati Guido Colella e Alessandro Orlando.

Paola Calvano (Il Centro)

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