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Sì al prestito di 4 milioni per pagare i debiti

Per pagare i fornitori – una cinquantina tra ditte, società e Consorzi –  il Comune farà ricorso ad un finanziamento di 4milioni e 200mila euro, a tasso agevolato, con la Cassa depositi e prestiti. Lo ha deciso l’assemblea civica che con 18 voti a favore (maggioranza di centrosinistra e Movimento 5 stelle) e sei contrari (centrodestra), ha approvato il provvedimento che consente all’ente una iniezione di liquidità. L’assise ha anche provveduto alla nomina del vice presidente in quota minoranza, nella persona di Alessandro D’Elisa (gruppo misto). Il consigliere è stato eletto con 7 voti favorevoli e 13 schede bianche. Ma è sui debiti del Comune che si è scatenata la bagarre in aula. Il sindaco Francesco Menna ha difeso  a spada tratta il provvedimento.

“E’ una opportunità a cui hanno aderito tantissimi comuni”, sostiene il capo della giunta vastese,  ciò che spiace constatare è che mentre altrove le opposizioni hanno votato  a favore o al massimo si sono astenuti, a Vasto le opposizioni di destra votano per non pagare  i creditori e quindi per le aziende che avanzano somme dal Comune, continuando a giocare allo sfascio e facendo male a questa città. La procedura è stata regolare e trasparente, con il parere del Revisore dei Conti e di tutti gli organi coinvolti.

Verranno liquidati”, aggiunge il primo cittadino, “coloro che hanno maturato crediti certi nei confronti dell’ente al 31 dicembre 2018. I creditori  non sono scelti dal Comune, come qualcuno vuol far credere, ma bensì in applicazione di chiare disposizioni normative. Da respingere anche le accuse di procedura poco trasparente”.

Per le minoranze “il sindaco Menna prova sempre a rigirare la frittata. Non ci si può accusare di aver votato contro il pagamento dei creditori del Comune di Vasto”, affermano Alessandra Cappa, Davide D’Alessandro, Alessandro D’Elisa, Guido Giangiacomo, Edmondo Laudazi, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani, “i debiti vanno pagati subito e bene e, ciò che più conta, a tutti e non solo a pochi. Senza alcuna preferenza o discriminazione. Non solo. Andrebbero pagati in tempi non sospetti e non il giorno prima delle elezioni regionali. In aula abbiamo ribadito in modo compatto che i criteri devono essere chiari, certi e ben visibili. Invece l’amministrazione ha mirato soltanto a rispettare i soliti metodi clientelari, senza ben spiegare quanti soldi si davano e a chi. Noi ribadiamo di essere contenti che, dopo anni, qualcuno abbia visto quanto gli spettava. Non siamo contenti del fatto che vi siano sempre figli e figliastri”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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