La lettera di Marie Helene Benedetti interpella la politica, tutta la politica, chi se ne occupa e chi finge di occuparsene. È un severo richiamo a chinarsi sul dolore dell’altro e a ricordarci che la politica non è un continuo candidarsi per occupare un posto al sole, ma duro lavoro quotidiano per dare risposte urgenti alla comunità.
Io assicuro una pronta interrogazione sul tema, poiché davanti a queste domande non si può scappare come davanti a una qualsiasi domanda sul Teatro Rossetti.
Conosco l’impegno dell’assessore Marchesani, ma il Comune di Vasto non può non dare risposte, non può consentire che al dolore si sommi l’inefficienza della macchina burocratica. Ripetiamo ogni giorno, in ogni sede, che la politica è perseguimento del bene comune o non è. Allora procediamo e risolviamo. Non domani o dopodomani. Ora. Immediatamente.
E smettiamola di accampare scuse sui fondi. Quanti soldi vengono sprecati per mantenere scatole vuote e remunerare le tasche dei soliti noti?
È tempo di bilancio, a fine mese dovrebbe essere approvato. Mettiamo i soldi dove servono, eliminiamo gli sprechi, assistiamo chi ha bisogno.
Queste lettere, nel 2019, rappresentano la sconfitta di tutti noi, sono un segno evidente di una incapacità di ascolto, di farsi carico del dolore. Che riguarda sempre gli altri e non noi stessi. Almeno così pensiamo. Con la nostra onnipotenza di cartone.
Davide D’Alessandro