Ieri 12 marzo, il World Wide Web, o ciò che più comunemente chiamiamo ‘rete’, compie 30 anni. Un mondo dove tutti navigano alla ricerca di informazioni, sulla base di competenze e capacità di diverso livello, con la consapevolezza, a volte poco sufficiente, di come gestirne gli eventuali ‘rischi’.
A farne le spese sono, quindi, i meno esperti o coloro che ne usufruiscono senza adeguate ‘cinture di sicurezza’, cioè bambini ed anziani.
Queste ultime le ragioni principali che hanno spinto l’Università delle Tre Età di Vasto ad organizzare l’incontro dal titolo “Le insidie della rete, devianza, crimine e nuove forme di sorveglianza”, a cura del prof. Andrea Antonilli, ricercatore dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio”.
“Oggi viviamo in un mondo iper-accelerato – ha spiegato Antonilli alla platea dei soci, riunitasi presso l’Auditorium del Centro di Promozione culturale- e spesso non se ne ha la piena cognizione. Non è solo un problema intergenerazionale e solleva anche la questione della cultura della sicurezza. Per viaggiare sulle piattaforme attuali bisogna prevedere strumenti di garanzia per la propria privacy e, quindi, non solo conoscere il mezzo e come funziona. Oggi la centralità è la sicurezza”.
E, parlando di quali siano i principali rischi cui si va incontro navigando, il docente ha detto: “Cyber Crime, in particolare trasmissione di virus informatici o di malware, le frodi informatiche, che sono crimini comuni alcuni dei quali trasportati sull’ambito Cyber, poi i fenomeni di devianza giovanile sia agita che subita, infine i casi di cyberterrorismo, sono i principali rischi della rete”.
Un lungo e interessante percorso che è partito dalla nascita di internet e le tappe fondamentali ripercorse dagli anni ‘60, passando per la rivoluzione digitale e il processo di globalizzazione.
Antonilli ha enunciato le nuove forme di rischio e la scarsa alfabetizzazione che sono trasversali a tutte le età e che vanno però di pari passo con l’inarrestabile progresso in ambito digitale: “per metterci al sicuro bisogna installare anzitutto un buon sistema antivirus, navigare possibilmente su siti sicuri, quindi badando a quella famosa ‘https’, per cui ‘s’ sta per security, e non ‘http’ soltanto, e soprattutto non cercare di cliccare o di andare a individuare pagine che hanno pochi risultati”.
E cosa possono fare i nonni per aiutare i propri nipoti a non cadere nelle trappole della rete, il professore della D’Annunzio l’ha lungamente raccomandato ai nonni dell’Unitre: “è fondamentale avere il controllo sui nipoti, cioè farli certamente giocare e lasciare che intraprendano delle iniziative, ma che queste poi non vadano a sfociare in campi in cui su internet potrebbe non esserci alcuna forma di controllo. Nella navigazione, infatti, i bambini non trovano nessuna porta chiusa, ma possono, per esempio su YouTube, andare a trovare risultati non coerenti con le proprie ricerche e che potrebbero turbarli. Quindi consiglio di mettere quelle famose forme di controllo per accedere ai computer e agli smartphone, come per esempio l’impronta digitale o il codice, oppure per le Smart TV mettere i codici di controllo e di accesso. Non lasciate soprattutto che i bambini navighino da soli e per troppe ore al giorno”.