Con Le voci della sera il Centro Rossetti festeggia l’undicesima edizione dei Giovedì Rossettiani, quest’anno dedicata alla parola raccontata, al teatro in cui la prosa si fa poesia e il canto si fa narrazione. La Rassegna è stata aperta ufficialmente ieri sera dallo spettacolo Decameron: canzoni e storie in cui le novelle di Boccaccio hanno trovato nuova dimora in una cornice di spensieratezza e leggiadria con le voci di una moderna brigata di attori e musicisti talentuosi.
Davide Riondino e Maurizio Fiorilla hanno portato sulle scene del teatro Rossetti le canzoni e le storie più famose del Decameron. Con loro anche Paolo Antinori, Maurizio Fiorilla, Massimiliano Chiapperi. Il tutto attraverso un sapiente adattamento che celebra la parola e l’umano in chiave divertente e scanzonata oppure tragica e commovente.
La disinvoltura di Madonna Filippa, donna arguta e schietta nell’affermare che «l’amore ne avanza», la bellezza di Alatiel, le lacrime di Tancredi che piange la figlia Ghismunda o la liberalità di Federigo degli Alberighi raccontate in un teatro di prosa che celebra il capolavoro di Boccaccio.
I moti dell’animo, le avventure, le paure o l’imprevisto, gli amori e gli abbandoni sono trattati come materia viva e incandescente capace di animare tanto i lettori antichi quanto gli spettatori moderni. La parola dei personaggi dell’opera affidata all’interpretazione di Martina Dani, le immagini, le melodie delle ballate scritte e interpretate da David Riondino alla chitarra rendono omaggio a un autore che parla ancora la lingua del nostro tempo. Una serata che ha saputo coniugare abilmente ironia e riflessione, commozione e divertimento e ha dimostrato, complice anche una platea partecipe, come il raccontare storie rivestiva e riveste ancora per l’uomo grande importanza: nel racconto è l’essenza di una civiltà che tramanda ai posteri i valori di riferimento, la memoria di sé e del proprio passato. La memoria, personale e storica, dovrebbe essere coltivata, specie in un tempo come il nostro in cui sembra perduta.
«Perché facciamo ogni anno i Giovedì Rossettiani? Non posso non rispondere con una novella di Boccaccio, quella di Guido Cavalcanti del Decamerone, che con il suo “salto leggerissimo” sopra le tombe surclassa la noia, l’eccesso di economia alla conquista della ragione per recuperare valori perduti e rivalutare la persona. Ci piacerebbe che la nostra rassegna fosse un momento di riflessione autentica per riaffermare il primato della bellezza e della letteratura». Così Gianni Oliva, direttore CESR, nel fare gli onori di casa ha sottolineato come le storie di questa edizione possano essere raccontate attorno a un focolare, per ridefinire un antico convivio. L’amore, l’intelligenza, la vita sono temi che appassionano, oggi come ieri.
La seconda serata vedrà Melania Fiore nei panni de “La straniera- Zingara assorta in un sogno”, spettacolo teatrale tratto dalle opere di Annamaria Ortese, uno dei pilastri della scrittura al femminile del Novecento.