Settantamila tonnellate di rifiuti, nell’arco temporale che va dal 2017 al 2018, provenienti prevalentemente da Puglia, Campania e Lazio e che, oltre a violare le norme di settore e quanto stabilito nell’autorizzazione integrata ambientale (Aia), hanno provocato un precoce esaurimento dell’invaso. Finisce nel mirino della Procura la terza vasca del Civeta che ieri mattina è stata posta sotto sequestro.
Quattro gli indagati: Franco Gerardini, dirigente della Regione nonché Commissario Straordinario del Civeta, l’ingegner Luigi Sammartino, direttore tecnico del Consorzio pubblico e Michele Silvestri, legale rappresentante della Cupello Ambiente e il tecnico Fulvio Pelucchi.
Sono stati i militari del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Pescara ad apporre i sigilli alla discarica di servizio gestita dalla Cupello Ambiente, dando esecuzione, su delega del procuratore capo Giampiero Di Florio, al decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Vasto su richiesta dello stesso magistrato.
“L’adozione della misura cautelare reale si è resa necessaria per evitare la protrazione dei reati e delle conseguenze derivanti dalla loro commissione”, spiega il procuratore Di Florio, “con particolare riguardo al precoce esaurimento dell’invaso, mettendo a rischio la tenuta dell’intero sistema di gestione dei rifiuti approvato dalla legge regionale 5/18. Ambiente e salute sono diritti costituzionali protetti che non possono recedere dinanzi ad altri interessi. Le indagini sono tuttora in corso”, conclude il magistrato che ha aperto l’inchiesta in seguito ad un corposo esposto presentato il 5 novembre 2017 dal presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese, Augusto De Sanctis, in cui si chiedeva, tra l’altro, di verificare le modalità di gestione delle tre vasche esistenti, “ivi compresa la provenienza e la tipologia dei rifiuti smaltiti nell’impianto e la corrispondenza con quanto previsto nelle clausole contrattuali, nonché le forme di controllo attuate in concreto dal Consorzio per farle rispettare”.
Le indagini hanno acclarato quello che i sindaci del territorio – da sempre contrari al commissariamento del Civeta – sostenevano da tempo.
“I nostri dubbi esposti in sede di Commissione regionale di vigilanza erano fondati”, sostengono Tiziana Magnacca (San Salvo), Mimmo Budano (Villalfonsina), Alfonso Ottaviano (Scerni), Filippo Marinucci (Casalbordino) e Saverio Di Giacomo (Monteodorisio), “questo non ci conforta se pensiamo alle violazioni che vengono contestate, alla salute dei cittadini e alla salubrità del territorio. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, ma ci preoccupa apprendere che nell’arco di due anni, dal 2017 al 2018, ben 70mila tonnellate di rifiuti sono stati conferiti nella discarica del Civeta, provenienti da Puglia, Campania e Lazio. Più volte avevamo chiesto all’ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso di tornare sui suoi passi e di revocare il commissariamento del Civeta non solo ingiusto, ma del tutto fuori controllo da parte dei territori”, aggiungono gli amministratori, “tutte le richieste sono rimaste inascoltate. Ci auguriamo che le indagini siano in grado di sciogliere anche quei dubbi che la politica, ancora una volta, non è stata in grado di chiarire”.
Anna Bontempo (Il Centro)