Nascondevano nelle campagne di Casalbordino la droga che veniva portata in Abruzzo e diretta in Puglia. Due fratelli albanesi L. T. 41 anni e F.T., 24 anni,, accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti hanno patteggiato ieri mattina rispettivamente la pena di 4 anni e due anni e 8 mesi di reclusione. Il giudice Fabrizio Pasquale ha escluso l’ingente quantità.
Ad assistere i due fratelli sono stati gli avvocati Antonello Cerella e Luigi Marinelli del foro di Foggia. I due fratelli , ora ai domiciliari, vennero arrestati a dicembre dopo mesi di accertamenti , verifiche e appostamenti. L’attività d’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Pescara, nacque a seguito dell’arresto vicino al terminal bus antistante la stazione ferroviaria di Pescara di un albanese, proveniente da Bari, e trovato in possesso di circa 2,2 chili di eroina purissima. Il seguito delle indagini, dopo l’arresto del corriere , ha permesso di individuare a Casalbordino i due fratelli, albanesi, residenti a Montesilvano, mentre nascondevano 1.994,00 grammi( equivalente a 3.668 dosi) nel terreno sotto un vigneto delle campagne di Casalbordino. Non si è mai saputo da chi avessero acquistato la droga divisa in panetti.
Secondo gli investigatori avrebbero comunque dovuto portare l’eroina in una località del foggiano. I finanzieri riuscirono ad acquisire dati utili ad individuare il nascondiglio. Nei pressi di un vigneto, a Casalbordino, furono rinvenuti tutti i panetti di eroina all’interno di buste di plastica. Ieri mattina , davanti al rischio di una condanna a 6 anni di reclusione difensori degli indagati hanno chiesto e ottenuto dal gup Pasquale di poter patteggiare la pena. Per L.T. la pena è stata più severa a causa della recidiva.
Paola Calvano (il centro)