Operazione “Eterno riposo” . Pronte le richieste di rinvio a giudizio del procuratore capo della procura della Repubblica del Tribunale di Vasto, Giampiero Di Florio. A rischiare di finire davanti ai giudici non sono solo i tre ex dipendenti comunali finiti l’estate scorsa ai domiciliari. L’ultimo troncone di indagini ha aggravato la posizione di due dei 14 cittadini che avrebbero beneficiato dei favori dei dipendenti pubblici.
La riapertura di due tombe a fine febbraio avrebbe convinto la procura ad accusare i due proprietari dei loculi di “induzione indebita e concorso in vilipendio di cadavere”. La legge Severino del 2012 sull’induzione indebita, recita infatti che “è punibile non solo chi prende denaro, ma anche chi da o promette denaro per sua utilità ad un pubblico dipendente”. I due cittadini quindi rischiano il rinvio a giudizio e le stesse pene previste per i tre dipendenti accusati.
“Per quanto riguarda il mio cliente“, afferma l’avvocato Fiorenzo Cieri, difensore di uno dei due cittadini finiti nei guai “dimostrerà che non ha mai dato alcuna somma ai dipendenti comunali. Ha sempre versato in municipio le somme dovute per le operazioni cimiteriali. Assurda poi l’accusa di vilipendio di cadavere, punito con la reclusione da uno a tre anni . Il mio cliente non ha in alcun modo offeso i suoi defunti e lo dimostrerà”.
In base al contenuto del materiale prodotto dagli agenti del commissariato diretti da Fabio Capaldo, il magistrato emetterà presto i rinvii a giudizio. Oltre ai tre ex dipendenti comunali Antonio Recinelli, Luisito Lategano e Franco D’Ambrosio, in queste ultime settimane gli investigatori hanno approfondito la posizione di 5 indagati, i presunti beneficiari dei favori dei tre necrofori. Tre pare abbiano chiarito la propria posizione, due non hanno convinto gli investigatori. L’indagine è durata quindici mesi ed è partita da un cartello affisso all’esterno dei cimitero. Il cartello firmato dal sindaco e dall’assessore al ramo, invitava i cittadini a consegnare denaro per qualsiasi operazione cimiteriale solo ed esclusivamente in municipio. Dopo qualche settimana arrivò in municipio la polizia che acquisì moltissimi documenti.Venti anni di tumulazione, procedure, pagamenti, riesumazioni. Fra i documenti, anche il registro delle tumulazioni.
La riapertura due mesi fa di alcune tombe avrebbero confermato quella che il procuratore Giampiero Di Florio ha definito, “una gestione parallela occulta e privatistica dannosa per il servizio pubblico”. Le ultime verifiche sono state importanti ed hanno permesso agli investigatori di approfondire alcuni particolari emersi dalle intercettazioni. E ora tutti si chiedono quante saranno le persone trascinate in giudizio.
Paola Calvano (Il Centro)