Proseguono alacremente a nord, ma segnano il passo nel tratto meridionale. Preoccupano e non poco i ritardi che stanno accompagnando la realizzazione della pista ciclopedonale nel territorio di Vasto. Mentre a Fossacesia l’impresa sta ultimando i lavori di posa della pavimentazione, dalle nostre parti il cantiere allestito nella ex stazione ferroviaria di piazza Fiume non fa grandi passi avanti.
L’unica cosa certa è che mancano all’appello centinaia di posti auto che in estate rappresentavano una boccata d’ossigeno per il quartiere rivierasco e che quest’anno non saranno disponibili con grande disappunto di quegli operatori che hanno i loro stabilimenti balneari nei pressi della Bagnante. Le associazioni sportive, che lo scorso mese di Novembre avevano chiesto aggiornamenti sullo stato dei lavori della Via Verde e sulla tempistica, ricevendo generiche rassicurazioni dalla Provincia, tornano alla carica.
“Il tratto di Vasto, che se vogliamo era quello meno disastrato e più facile da realizzare, è stato lasciato completamente in abbandono”, protesta Antonio Spadaccini, presidente del Ciclo Club, “dalle nostre parti i lavori non vanno avanti e non sappiamo a chi attribuire le responsabilità di tanto ritardo. Probabilmente è la solita sfortuna che perseguita questo territorio. Quello che a noi sembra assolutamente necessario è un energico intervento dei rappresentanti della città che dovrebbero battere i pugni sul tavolo per ottenere quello che altri comuni hanno già avuto. Una cosa è certa: ci sentiamo presi in giro”, conclude Spadaccini, che nei mesi scorsi, insieme ai rappresentanti di altre sei associazioni sportive, aveva chiesto come mai alla fretta di allestire il cantiere a Vasto Marina non avesse fatto riscontro un tempestivo avvio degli interventi.
La speranza di tanti ciclisti e appassionati di bicicletta è che questa importante opera pubblica – che rappresenta una grande opportunità di mobilità eco-sostenibile – potesse essere pronta per l’imminente stagione estiva, ma soprattutto che non resti una cattedrale nel deserto: la pista ciclabile ha infatti bisogno di una serie di infrastrutture intorno alle quali far decollare il cicloturismo.
Sono due i tratti della pista ciclopedonale che interessano il territorio vastese: uno più a nord, il cui percorso è previsto all’interno della riserva naturale di Punta Aderci e che presenta punti in cui elevato è il rischio di dissesto idrogeologico e l’altro nella parte meridionale, lungo l’ex tracciato dismesso della stazione ferroviaria di piazza Fiume. In entrambi i casi sarebbe necessario chiarire come si vuole intervenire e quali materiali verranno utilizzati all’interno dell’area protetta.
Anna Bontempo (Il Centro)