Azione Civile, movimento fondato dall’ex pm antimafia e oggi avvocato Antonio Ingroia, anche di recente è tornata sul piccolo cabotaggio e sul “tirare a campare” delle istituzioni locali di fronte a Punta Penna e alla richiesta di tutela che occorre a questo territorio. Il tempo passa e nessuna svolta appare. Per le chiacchiere sono deputati i bar e per le sfilate le passerelle della moda.
Non una preziosa Riserva Naturale, non luoghi che la cittadinanza vive quotidianamente. Un recente comunicato, a cui non c’è stata alcuna risposta nonostante fosse doveroso, di Italia Nostra, Pro Loco, Vasto Libera e Porta Nuova è tornato a porre l’attenzione sul monitoraggio della qualità dell’aria a Punta Penna.
Aggiungiamo ulteriori domande. Come è possibile che, nonostante ci sono atti regionali almeno dal 2007, siamo fermi alle intenzioni o poco più? Perché non è mai stata data attuazione alla delibera di Consiglio Comunale 126 del 4 novembre 2010 sulla Valutazione d’Impatto Sanitario? 13 mesi dopo con una nota scritta all’allora direttore generale dell’ARTA il Comune chiese, evidenziando le preoccupazioni della cittadinanza, un controllo continuo dell’aria da parte dell’Agenzia. Ad oggi lettera morta. Così come le numerose segnalazioni da parte di associazioni e comitati su fatti documentati e accertati negli anni, riassunti nel dossier “A Punta Penna tira una brutta aria” presentato da diverse associazioni nel novembre 2017. E finora rimasto senza risposte.
Quanto avvenuto nei giorni scorsi, con la richiesta da parte di Arci e Italia Nostra di verifiche su alcuni lavori in un capannone industriale, è figlio dell’incertezza e del tirare a campare da parte di chi dovrebbe avere una ben precisa direzione e guida. Lo dimostra anche la situazione dei vari progetti industriali proposti negli ultimi anni. Basti pensare che il progetto di “Deposito costiero acido solforico e acido fosforico” è finito in Regione dopo che l’Urbanistica aveva pubblicato l’avviso per la VINCA. Quello della colonna di distillazione del biodiesel – su cui si è espressa in maniera fortemente critica e allarmata la Stazione Ornitologica Abruzzese sulle emissioni, e qua torniamo alla questione del monitoraggio dell’aria – vede il periodo per le osservazioni alla VINCA scaduto quasi quindici mesi fa.
In tutto questo registriamo una serie di attacchi contro cittadini e associazioni. La loro colpa: essere ambientalisti e cercare d’impegnarsi per il proprio territorio. Da almeno un anno e mezzo assistiamo ad attacchi conditi da pesanti considerazioni ed evocazioni di studi legali. Da notare che, dopo uno dei questi attacchi, l’anno scorso da Palazzo di Città sono venute “rassicurazioni” verso chi attaccava.
Nelle ultime settimane, invece, solo un comunicato di pesanti attacchi e tentativi di delegittimazione personale dopo una segnalazione su alcuni lavori, pare inerenti quel che sembra sarà il “concertone dell’anno”. Tranne probabilmente per residenti e lavoratori che si troveranno persino la statale chiusa per mezza giornata. Dobbiamo quindi pensare che certi atteggiamenti sono considerati dagli “amministratori” accettati e probabilmente condivisi? Ma come può essere accettabile che ogni qualvolta si rilascia un’intervista, un comunicato o si esercitano diritti riconosciuti da normative nazionali e internazionali si finisce nel mirino se ambientalisti? È stato sospeso l’articolo 21 della Costituzione per alcuni e sospesi i diritti civili e la libertà di parola?
Azione Civile Abruzzo