“Gran parte della classe politica locale non è all’altezza della crisi ambientale in atto dopo il sequestro della terza vasca del Civeta da parte della Procura”. Azione civile, movimento fondato dall’ex pm antimafia Antonio Ingroia, punta l’indice contro chi, avendo ruoli importanti nei Comuni e in Regione, dovrebbe interrogarsi e riflettere sulla storia lunga e travagliata dell’impianto di Valle Cena.
“Dopo il sequestro e i vari incendi – con una vera e propria crisi ambientale i cui costi stanno attualmente sulle spalle della cittadinanza – quali misure si stanno predisponendo perché chi ha sbagliato paghi?”, chiedono i rappresentanti di Azione civile, “e si sta realmente e seriamente riflettendo sulla possibilità di recedere dal contratto con Cupello Ambiente? Dopo gli incendi dell’anno scorso, dalla Regione in giù tutti hanno garantito che sarebbe stato predisposto un servizio di videosorveglianza. Perché e per colpa di chi, dopo un anno e un ulteriore incendio, non è attivo? Al centro dell’inchiesta della Procura pare ci siano qualità, gestione e smaltimento di rifiuti extra consortili. In questi anni, dal Commissario alla Regione, qualcuno ha sorvegliato su quali rifiuti sono arrivati e la loro destinazione? Se non è stato fatto, perché? Queste le domande che andrebbero messe in campo, e su cui una classe che si vuole minimamente dirigente dovrebbe riflettere. Ed esercitare trasparenza nei confronti della cittadinanza. Non improbabili richieste, come dalle parti del Pd si continua a fare anche in questi giorni, di dissequestro parziale”.
Nel frattempo Stefano Moretti, consigliere comunale di Monteodorisio, ha chiesto di ricevere copia di tutte le consulenze, relazioni tecniche ed incarichi che il Civeta ha affidato negli ultimi dieci anni.
Anna Bontempo (Il Centro)