E’ di rilevante interesse storico ed archeologico il reperto rinvenuto nella mattinata di lunedì scorso nelle acque antistanti località Trave, nel tratto di mare compreso tra il monumento alla Bagnante ed il primo trabocco. La conferma arriva dalla dottoressa Amalia Faustoferri, funzionaria archeologa della Soprintendenza di Chieti, che ha raggiunto Vasto per visionare la parte di colonna di epoca romana che, dopo il recupero, è stata trasferita presso la sede della protezione civile comunale in via Conti Ricci.
“La dottoressa Faustoferri ha esaminato attentamente il reperto che presenta alcuni punti erosi dalla forza del mare”, fanno sapere da Palazzo di città, “in base ad una prima ricostruzione il ritrovamento deve essere rimasto insabbiato in acqua per tantissimi secoli, in un punto poco distante dalla costa. Questo spiegherebbe l’assenza di incrostazioni e di molluschi lungo le scanalature della colonna. Faustoferri ha disposto il trasferimento del reperto nel Museo Archeologico di Vasto, ubicato al piano terra di Palazzo d’Avalos”.
Il rinvenimento ha destato molto interesse in città e negli ambienti politici, tant’è che i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia-An, Vincenzo Suriani e Francesco Prospero hanno presentato una interrogazione al sindaco Francesco Menna con cui chiedono di fare luce sulle reali origini del reperto archeologico, nonché sulle dinamiche del suo ritrovamento.
Intanto si è appreso che il turista che ha segnalato il rinvenimento alla Capitaneria di Porto di Vasto, indicando il preciso posizionamento in mare del reperto, è stato sentito dal Comandante Lorenzo Bruni della Guardia Costiera.
Anna Bontempo (Il Centro)