Diagnosi precoce e un percorso riabilitativo da portare avanti su più fronti, per migliorare in livello di inclusione sia in ambito scolastico, che lavorativo. La giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute Nicoletta Verì, ha approvato il nuovo Piano operativo regionale sui disturbi dello spettro autistico, che per la prima volta definisce il fabbisogno di assistenza ambulatoriale, domiciliare e le relative tariffe.
“Con questo strumento – sottolinea la Verì – l’Abruzzo si pone tra le primissime Regioni italiane a recepire l’Accordo Stato-Regioni del maggio dello scorso anno sull’appropriatezza degli interventi assistenziali sull’autismo. È ormai acquisito che gli interventi abilitativi ed educativi per l’autismo devono iniziare precocemente in età infantile e continuare durante l’adolescenza e l’età adulta, con l’obiettivo di sviluppare e mantenere nel tempo le abilità professionali, sociali e incrementare l’autonomia e l’indipendenza. L’intervento deve essere modulato sull’età del soggetto, sulla situazione di vita e deve essere personalizzato, intensivo, e continuativo”.
Nel dettaglio, il documento tecnico introduce alcune specifiche indicazioni: la definizione del fabbisogno di assistenza ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale sul territorio, distinguendo l’offerta per garantire differenti livelli di intensità assistenziale dei trattamenti terapeutici, abilitativi/riabilitativi; la definizione dei requisiti strutturali, tecnologici, organizzativi e di accreditamento di idonee soluzioni residenziali e semiresidenziali, tenendo soprattutto conto della necessità di rispondere a logiche non istituzionalizzanti.
Con questo Piano, la Regione – attraverso una rete di assistenza integrata e multidisciplinare – organizza i servizi rivolti alla diagnosi precoce, alla cura, alla abilitazione e riabilitazione dei disturbi dello spettro autistico, garantendo la continuità assistenziale tra i servizi per l’età evolutiva e quelli per l’autismo adulto. La rete integrata assicurerà inoltre una adeguata capillarità sui territori della regione, così da promuovere la collaborazione con le famiglie e il coinvolgimento degli istituti scolastici.
In termini di valutazione della domanda di assistenza, dall’analisi dei dati trasmessi dalle Asl per il biennio 2017-2018, si evidenzia un incremento del 3.7 per cento dei casi in età evolutiva, passando dai 724 utenti del 2017, ai 751 del 2018.
Per l’età evolutiva si stabilisce che ogni Asl sia dotata di almeno un’équipe specialistica dedicata, collocata nell’ambito del servizio territoriale di Neuropsichiatria infantile, composta da almeno un neuropsichiatra infantile, uno psicologo (preferibilmente esperto in tecniche cognitivo comportamentali), un logopedista, un terapista della neuro psicomotricità dell’età evolutiva e un assistente sociale. L’equipe dovrà raccordarsi con i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale, gli insegnanti e gli operatori educativi, individuando un case manager tra i componenti dell’équipe stessa per garantire il raccordo tra servizi sanitari, servizi sociali, scuola e famiglia.
A seguito di questo percorso diagnostico, verrà poi effettuata la scelta del setting più idoneo (l’ambulatoriale dedicato, il semiresidenziale, il residenziale e le attività domiciliari) e degli eventuali programmi specifici nel contesto di vita dell’utente a valenza sociale.
Nel triennio 2019-2021 potranno essere autorizzate 40 strutture ambulatoriali o domiciliari: 9 nella provincia dell’Aquila, 12 a Chieti, 10 a Pescara e 9 a Teramo.