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Altri trenta alberi abbattuti, blitz dei carabinieri forestali

Non si sono fermati. La strage di tamerici e robinie presenti nel parcheggio di San Nicola è continuata anche ieri nonostante le proteste. Sono circa 30 gli alberi verdi e rigogliosi abbattuti dalla ditta incaricata dal Comune che, ad oggi, non ha ancora spiegato le ragioni alla base del taglio delle piante, avvenuto dopo la “capitozzatura” degli oleandri in piena fioritura che con la loro presenza abbellivano il paesaggio, senza creare alcun problema alla visibilità e alla circolazione delle auto.

Neanche l’intervento dei carabinieri forestali, giunti sul posto dopo alcune segnalazioni, è servito a bloccare lo scempio: in mancanza di un regolamento del verde, di cui l’ente non si è ancora dotato nonostante una proposta di disciplinare risalente al 2007, sembra che tutto sia consentito. Come tagliare gli alberi e potare gli oleandri nel periodo sbagliato e nel modo sbagliato.

Sopralluogo anche delle guardie ambientali che hanno voluto verificare la presenza di nidi tra le chiome degli alberi abbattuti, circostanza che configurerebbe un illecito penale visto che la legge tutela la fauna. Alle censure mosse da Italia Nostra che insieme  ad altre associazioni cittadine si accinge a presentare un esposto ad una serie di autorità, si aggiungono anche quelle del Comitato civico L’Arcobaleno dell’avvocato Angela Pennetta.

“E’ gravissimo che in una zona soggetta a dissesto idrogeologico siano stati abbattuti tanti alberi che con le loro radici prevengono smottamenti  e frane”, dice la rappresentante del sodalizio, “è stato un errore tagliarli, così come reputo sbagliata la capitozzatura degli oleandri in fiore lungo il viadotto San Nicola e sul lungomare Duca degli Abruzzi. Come Comitato faremo di tutto per evitare l’ulteriore scempio del nostro patrimonio arboreo”, promette Angela Pennetta.

Sulla stessa lunghezza d’onda tantissimi cittadini che in questi giorni hanno fatto sentire la loro voce con post e commenti su Facebook.

Il paesaggio che si presenta ora agli occhi di chi transita lungo il viadotto che da via Mario Molino si riallaccia alla Statale 16, si presenta brullo e desertificato.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

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