Questioni igienico-sanitarie per la presenza di rifiuti a bordo strada e scarsa visibilità delle aree interessate diventate rifugio di animali selvatici. Sono, in estrema sintesi, le motivazioni che hanno spinto il sindaco Francesco Menna a firmare un’ordinanza “contingibile ed urgente” per gli interventi di potatura lungo il viadotto San Nicola, ma il provvedimento, che porta la data del 24 giugno, è successivo alla strage degli oleandri in piena fioritura, orribilmente “capitozzati” dieci giorni prima.
Ed è anche successivo ai tagli di tamerici e robinie che con la loro presenza arricchivano il paesaggio lungo il viadotto San Nicola. Circostanza che non è sfuggita ad alcune associazioni che nei giorni scorsi, facendosi interpreti del disappunto dei cittadini, hanno criticato l’intervento fatto in un periodo sbagliato e nel modo sbagliato. E che ora, dopo aver letto l’ordinanza sindacale pubblicata all’albo pretorio on line, che fa riferimento al fenomeno incontrollato dell’abbandono dei rifiuti e alla presenza dei cinghiali, tornano alla carica.
“Abbiamo scoperto che gli oleandri, tagliati a raso nel periodo di maggior fioritura, erano diventati riparo all’insaputa di tutti per cinghiali e immondizia”, commenta Stefano Taglioli, ambientalista storico, “quindi anche le tamerici tagliate nel parcheggio di San Nicola erano rifugi per cinghiali e non alberi malati, come detto in un primo momento da un assessore. Pare anche di capire così leggendo l’ordinanza sindacale del 24 giugno, firmata a distanza di dieci giorni dai tagli. Qualcosa non torna, evidentemente”, conclude Taglioli che insieme a Italia Nostra, Arci, Porta Nuova e Vasto Libera aveva chiesto che si ponesse immediatamente termine al taglio degli alberi e alla potatura degli oleandri e sollecitato l’approvazione del regolamento del verde, la cui bozza è ferma in Comune da 12 anni.
Anna Bontempo (Il Centro)