E’ stata riportata a casa ieri sera al termine dell’autopsia durata più di tre ore, la piccola Maria Giulia Rossi, la bimba di 21 mesi morta il 3 luglio all’ospedale Spirito Santo di Pescara dopo 5 giorni di coma. La piccola che era stata sottoposta ad un intervento chirurgico per la malformazione del palato ha avuto una crisi respiratoria che ha provocato prima la morte cerebrale e poi l’arresto cardiaco.
Conseguenze inaspettate per i genitori Antonella e Pietro a cui l’intervento era stato annunciato come di routine e che ora invocano chiarezza. Ieri pomeriggio i tre medici legali nominati dalla Procura di Pescara, Christian D’Ovidio, Ascanio Martino e Michele Scesi hanno eseguito una accurata perizia nell’obitorio del nosocomio pescarese. I periti hanno esaminato il palato della piccola, la lingua e le vie respiratorie utilizzate per intubare la bambina prima e dopo l’intervento chirurgico. I problemi respiratori sarebbero infatti insorti al termine dell’operazione.
Smessa l’intubazione Maria Giulia avrebbe avuto difficoltà a respirare, ma non è stato più possibile riposizionare i sondini. A quel punto si è proceduto con la tracheotomia. Al termine dell’incidente probatorio i medici legali hanno preferito mantenere il riserbo. L’elaborato peritale sarà consegnato alle parti fra 90 giorni.
Come detto, i genitori della bambina, entrambi di San Salvo, non si rassegnano alla morte di Maria Giulia, la più piccola di tre fratellini. La coppia si è affidata all’avvocato Guido Torricella.“I miei clienti sono fiduciosi nell’operato della magistratura e sperano che attraverso la perizia possa essere ricostruito il percorso pre e post operatorio individuando le cause della morte di Maria Giulia“, ha dichiarato l’avvocato Torricella.
Nove i medici che hanno ricevuto l’informazione di garanzia dal sostituto procuratore della Repubblica, Fabiana Rapino. Sono i medici che componevano le due equipe che si sono occupate della piccola paziente il 28 giugno a distanza di un’ora l’una dall’altra. Un primo gruppo di medici ha eseguito l’intervento chirurgico, altri medici si sono occupati di praticare alla bambina la tracheotomia non appena è insorta la crisi respiratoria. L’iscrizione nel registro degli indagati da ai medici, l’opportunità di difendersi. Le due equipe assicurano di avere fatto il possibile per salvare la piccina.
Il dramma di papà Pietro e mamma Antonella ha sconvolto tutta San Salvo. Centinaia i messaggi di cordoglio arrivati alla coppia. In tanti ieri sera hanno raggiunto la camera ardente allestita nella casa di in via Terracini, cercando di confortare i due genitori e oggi parteciperanno ai funerali della piccola in programma alle 17,30 nella parrocchia di San Giuseppe.
Paola Calvano (Il Centro)