Stamattina, appena ricevuta la notizia, un cittadino del Comitato Difesa Comprensorio Vastese si è recato a Valle Cena, da dove ha immediatamente contattato i Vigili del Fuoco che erano stati già allertati. L’incendio di stamattina nell’area posta sotto sequestro giudiziario del Civeta, per quanto appare di modeste dimensioni, è un nuovo pessimo segnale. Ancor di più dopo quanto emerso nei giorni scorsi sull’inchiesta in corso, che interroga non solo sulla gestione dei rifiuti nell’impianto ma anche su comportamenti istituzionali su cui il quadro delineato getta gravi ombre, sulla frana in corso che ha colpito i terreni accanto. Una situazione a cui si aggiunge la notizia, giunta mentre stiamo scrivendo questo comunicato, di una rottura all’impianto che rischia di impedire totalmente il conferimento ai Comuni per diversi giorni. Emergenza su emergenza che graverà sulle spalle dei cittadini.
Se l’incendio di stamattina si dovesse confermare di natura dolosa, dopo i 3 avvenuti negli ultimi tredici mesi, non possiamo che ripetere quanto già espresso in occasione dell’ultimo precedente. Segnali inquietanti, in perfetto stile mafioso, che incombono sul ciclo dei rifiuti in questa regione e una situazione di gravità inaudita. E non possiamo che rimarcare quanto scoperto in occasione dello scorso incendio sul non funzionamento delle telecamere di sorveglianza. Perché non sono accese? E di chi la responsabilità? Ma anche se le cause fossero accidentali la situazione sarebbe a dir poco allarmante. In questi mesi sono emerse fortissime criticità (dalla membrana alla frana in atto già citata). Si delineerebbe una situazione sempre più grave, che richiede un immediato e severissimo controllo da parte di chi è deputato all’interesse pubblico e a difendere il territorio.
Ma, come dimostrato anche dalla recente seduta della Commissione VIA nella quale si è discusso il progetto di nuova discarica a Valle Cena, continuiamo a constatare che a molti livelli non si è ancora ben compreso il livello della sfida posta all’intero Abruzzo e, a parte l’azione di alcuni degli amministratori locali dei comuni del comprensorio, continuano a esserci troppi silenzi o balbettii senza una risposta compatta di tutte le istituzioni e organizzazioni. L’indagine che ha portato al sequestro della terza vasca del Civeta e all’indagine ancora in corso è partita da un esposto della Stazione Ornitologica Abruzzese del novembre 2017, fondato anche sull’origine e sulla qualità dei rifiuti sversati nella discarica. Nelle stesse settimane solo dopo l’intervento della SOA, che aveva unica scoperto e documentato incredibili criticità, era stato bloccato il primo progetto di nuova discarica. Nell’agosto 2018 solo la SOA e il Forum H20, insieme ad altre associazioni, ha presentato osservazioni al progetto di nuova discarica ancora in discussione. Contro cui, evidenziando una netta posizione del territorio che non ci sembra sia stato raccolto da molti soggetti istituzionali (oltre il comitato, alla seduta della Commissione VIA ricordiamo erano presenti solo la consigliera comunale di Cupello Roberta Boschetti e il sindaco di Furci Marchione), il Comitato – nato dopo un’assemblea a Cupello organizzata dalle associazioni – ha raccolto 2600 firme in pochi mesi.
COMITATO DIFESA COMPRENSORIO VASTESE