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Oleandri e alberi tagliati, spesa da 30mila euro

La “capitozzatura” degli oleandri in piena fioritura e  il taglio di 25 alberi ad alto fusto (tamerici e robinie) lungo il viadotto San Nicola, che tante proteste hanno sollevato in città, sono costati alle casse comunali 29.926 euro (Iva compresa). La somma è il frutto di una “variante in corso d’opera” certificata con determina dirigenziale del 15 luglio (cioè a distanza di circa un mese dagli interventi), con la quale la ditta Il Verde srl di Tocco da Casauria è stata autorizzata a effettuare lavori “non previsti” nel capitolato d’appalto che contemplava  solo il taglio dell’erba e la spollonatura di piante pollonifere per un importo di 62.354 euro. Con l’estensione dell’appalto (circostanza consentita dalla legge), la società è riuscita ad avere un aumento di prezzo del 50% del valore del contratto iniziale. Sul provvedimento che porta la firma dell’ingegner Francesca Gizzarelli si legge anche che “la necessità di modifica è determinata da circostanze impreviste ed imprevedibili per l’ente aggiudicatore. In tali casi le modifiche all’oggetto del contratto assumono la denominazione di varianti in corso d’opera”. 

Quali sono queste circostanze impreviste ed imprevedibili? La necessità – si legge sempre sulla determina che fa riferimento ad una ordinanza sindacale del 24 giugno scorso, di “assicurare la pulizia dei bordi delle strade per aumentare la visibilità diurna e soprattutto notturna”. Insomma, secondo il provvedimento varato dagli uffici a distanza di un mese dalla capitozzatura degli oleandri e dal taglio di 25 alberi fra tamerici e robinie, gli interventi sarebbero giustificati da motivi ”igienico-sanitari”.

Sono le stesse motivazioni a cui ha fatto appello l’assessore ai Servizi Manutentivi, Gabriele Barisano quando nei giorni scorsi durante l’assemblea civica ha risposto alla interrogazione presentata da Alessandra Cappa e Davide D’Alessandro della Lega sulla drastica potatura degli oleandri. In quella occasione il delegato della giunta Menna – che ha polemizzato anche con gli ambientalisti – ha difeso a spada tratta l’intervento sostenendo che in mezzo alle rigogliose piante ornamentali ridotte a “moncherini” è stato trovato di tutto. 

“Se dovesse passare una tesi del genere bisognerebbe fare tabula rasa di tutte le aree verdi dove sono presenti i rifiuti”, commenta Alessandra Cappa, “l’assessore Barisano avrebbe fatto una più bella figura se avesse ammesso l’errore, piuttosto che polemizzare con chi ha criticato l’intervento. Anche sul regolamento del verde, che ci risulta essere stato depositato da tempo, Barisano è stato perentorio nel sostenere che è stato scritto da “integralisti dell’ambientalismo”. 

Anna Bontempo (Il Centro)

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