Una riflessione di Piermario Angelini in merito al Jova Beach Party ed alla situazione di stallo che si sta verificando.
Tra il “dire” ed il “fare” c’è di mezzo il “mare”: così recita il proverbio; per la tappa vastese del Jova Beach Party, tra il “dire” ed il “fare” c’è di mezzo… un “piano sicurezza”.
È, dunque, questo “piano sicurezza”, bocciato dal Comitato per la Sicurezza, a porre in dubbio l’attuazione stessa dell’evento, di fatto, il più importante offerto dal Calendario Estivo della nostra Città. Per molti il “Jova Beach Party” rappresenta un semplice evento estivo; in realtà, il numero di biglietti venduti si aggira intorno alle 30 mila unità e sicuramente rilevante sarebbe stato il riscontro economico, per attività commerciali ed albergatori, di un’iniziativa di tale spessore in una stagione estiva che ancora stenta a decollare.
Gli ospiti? Tra quelli attesi per la data di Vasto spiccano i nomi di Takagi e Ketra: insomma, Vasto non rischia affatto di perdere un evento da quattro soldi.
Tra Giulianova e Pescara, che sperano di potersi appropriare della manifestazione, e San Salvo, che propone di fare squadra comune con Vasto, in Città non mancano le divisioni: in campo scende anche l’opposizione comunale che, a discapito di una collaborazione con l’amministrazione per tutelare il benessere comune, “piange sul latte versato”, sottolineando gli errori dell’amministrazione senza di fatto proporre alternative e suggerimenti, e che ha già “fatto i conti senza l’oste” (per citare altri noti proverbi), elaborando anticipatamente le conseguenze di un annullamento definitivo dell’evento (la decisione finale non è ancora nota, ma loro già gridano alle ‘dimissioni’ ed alla ‘sfiducia’).
La realtà dei fatti, difficile da accettare, è che Vasto sta rischiando di perdere molto più di un semplice concerto: in gioco c’è la definizione stessa di Vasto in quanto “Città Turistica” in grado di attrarre il pubblico a livello nazionale, in particolare il pubblico giovanile. E sono, un’altra volta, proprio questi ultimi a pagare il prezzo di eventuali errori dell’amministrazione e di irrilevanti “giochi di potere” da palazzo; giovani che attendevano da anni una manifestazione di livello (un po’ come Emis Killa l’estate scorsa) e che rischiano nuovamente di restare delusi da una città che non li pone più al centro durante la definizione degli eventi estivi: è un dato di fatto vista la scarsità di alternative.
Questo è il momento dell’unione, non della divisione: tutti devono lavorare affinché l’evento si svolga a Vasto ed affinché ne possa beneficiare l’intera comunità dal punto di vista economico e sociale. Vasto può essere ancora l’alternativa ad altre mete turistiche del centro-sud? Questo è l’interrogativo da porsi e l’esito finale del Jova Beach Party potrà suggerirci una risposta.
Piermario Angelini