“Una occasione di festa, gioia ed opportunità di sviluppo di un territorio è stata trasformata in scontro di forze locali”. Trapelano amarezza e delusione dal commento che Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha postato sul suo profilo Facebook non appena è venuto a conoscenza dello stop definitivo alla tappa del Jova beach party del 17 agosto a Vasto. Quello del cantante è un vero e proprio J’accuse.
“Chi alla fine ha “vinto” ottenendo la cancellazione combatte una sua personale battaglia politica locale in affannosa ricerca di visibilità a buon mercato che evidentemente una cosa grande e bella come Jova Beach Party offre”, scrive il cantautore toscano, “non ci sono ragioni oggettive, le centinaia di documenti prodotti non sono stati esaminati e nessun riscontro è stato dato alle migliaia di testimonianze relative alle 9 tappe già fatte. Non sono mai state interpellate le prefetture che si sono complimentate con noi per il lavoro svolto fino ad ora. La firma finale spetta alla prefettura di Chieti e senza autorizzazione noi non possiamo muoverci. Mi dispiace moltissimo per i vastesi che amano la loro terra, per gli oltre 30 mila che avevano già acquistato il biglietto, per la squadra di oltre 1000 persone che si fermeranno e per tutti gli albergatori, ristoratori e commercianti della zona che vanno a perdere lavoro e purtroppo non per una ragione di forza maggiore ma per basse ragioni di polemica politica locale. Grazie comunque al sindaco di Vasto e ai suoi collaboratori che fino a stamattina hanno fatto di tutto per accogliere questa grande e bella festa nella loro città. Un anno fa pensare ad un’impresa come il Jova Beach avrebbe fatto sorridere”, continua Jovanotti, “siamo riusciti a partire e la stiamo facendo con l’aiuto di tutti. Con la collaborazione totale delle autorità competenti , con il lavoro delle amministrazioni locali, con il Wwf che ha vigilato su tutti gli aspetti ambientali e con un entusiasmo del pubblico che non ha precedenti. Ma a Vasto non lo potremo fare . A Vasto ha vinto il fronte del NO, quello di cui l’Italia è pervasa. Quello che rende il Paese immobile e fa in modo che il “sommerso” resti sommerso nell’interesse di molti . JBP è un luogo sicuro, la sicurezza è sempre stata al primo posto, ma a Vasto non hanno voluto verificare. A Vasto la commissione ha detto NO, a prescindere”.
Anna Bontempo (Il Centro)