Partito 18esimo sulla griglia di partenza, Andrea Iannone chiude il MotoGp d’Austria in 16esima posizione (ultimo visti i ritiri di Rabat, Miller, Syahrin, P. Espargarò e Crutchlow). Non va molto avanti il pilota vastese che nella prima giornata aveva dichiarato: “Stiamo incontrando delle difficoltà, non lo nascondo. Oltre al distacco fatichiamo a mantenere un buon ritmo, essendo al limite dobbiamo forzare molto e questo sulla distanza non paga. In ogni caso dobbiamo mantenere la concentrazione, potrebbero cambiare le condizioni e abbiamo bisogno di continuare a migliorare”.
A tagliare per primo il traguardo uno strepitoso Andrea Dovizioso. Una gara spettacolare e un finale più che emozionante. Sul podio anche Marquez, Quartararo. A seguire Rossi, Vinales, Rins, Bagnaia, Oliveira, Petrucci, Morbidelli, Nagakami, Zarco, Bardl, Espaargarò, Abraham, Iannone.
LA GARA (Massimo Brizzi gazzetta.it). La pioggia della notte e del warm up lascia spazio all’asciutto, con i piloti che puntano su queste scelte di gomme: Rossi, Viñales, Marquez e Rins con doppia media; Dovizioso, Miller Quartararo Nakagami con Media e Soft al posteriore. Al via lo scatto è di Marquez, ma Dovizioso lo attacca all’esterno della curva 3 con lo spagnolo che deve allargare e porta fuori pure il forlivese. La manovra fa perdere terreno a entrambi, con Marc che si ritrova 5° e Quartararo che ne approfitta per andare in testa. Al 6° giro Dovi passa in testa e un giro dopo Marquez lo raggiunge. È il duello atteso, con Miller che scivola dopo un bell’avvio e le Yamaha di Quartararo e Rossi alle loro spalle. L’affondo di Marc (9° giro) è implacabile, Dovi replica, affiancati, con il cuore il gola. Un paio di tentativi per saggiare il terreno e a 9 giri dalla fine la staccata di Dovi va a segno. Primo affondo. Poi a -3 la lotta si sposta in curva, non solo in staccata, con botta e risposta in piega cui seguono altrettante stilettate in frenata e accelerazione. Al penultimo giro Marc è davanti, e ci resta pure dopo un incrocio da urlo alla prima staccata. È solo la premessa del gran finale dell’ultima curva. Quella che scrive un’altra bella pagina della storia di Dovizioso e la Ducati.