Negli anni passati tra i santi più venerati a San Salvo c’era San Rocco, invocato per difendersi dalla peste; veniva festeggiato il 16 settembre, sebbene il calendario datasse 16 agosto. Messa solenne, processione per le vie del borgo con la statua, bande musicali, riffa, corsa degli asini, palo della cuccagna, corsa delle rane e dell’uovo, facevano da degna cornice. Qualche giorno prima si svolgeva una grande fiera lungo Via Madonna delle Grazie (disciàse de la Madònn). Si trovava tutto.
Le persone arrivavano a frotte dai paesi limitrofi, piene di polvere e sudore. Era il periodo giusto per acquistare un giovane porcello (lu purcàtt) da ingrassare; l’uccisione avveniva nel periodo dicembre-gennaio nella fase di luna calante. Pian piano i festeggiamenti persero il vigore. Don Beniamino, parroco della chiesa di San Nicola, molto legato alle tradizioni, il 16 agosto, prima volta nella storia della parrocchia, ha celebrato una Santa Messa, a cui ha fatto seguito la processione con la statua di San Rocco; nutritissima la partecipazione di fedeli. Alcuni anni fa, è stato il parroco della chiesa di San Giuseppe a donare la statua alla parrocchia di San Nicola.
Don Beniamino ha provveduto a farla restaurare e inserirla nella nicchia della chiesa. A San Salvo, la devozione a San Rocco è talmente grande, che in ogni chiesa del centro é custodita la sua statua. La chiesa di Sand Riccucce (chiamato dai salvanesi “San Rocchino” per la sua minuta grandezza), è stata costruita nella prima metà del ‘700, lungo il tratturo, che poi ha preso il suo nome). La festa di San Rocco va ripensata e potenziata. Bisogna costituire subito un comitato.
Michele Molino