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E il Jova beach party finisce in commissione vigilanza

Il caso Jova beach party approda in Commissione di vigilanza permanente con l’obiettivo di fare chiarezza sull’iter amministrativo culminato nell’annullamento del concerto per motivi di sicurezza e per tentare di rispondere ai tanti interrogativi rimasti finora senza risposta.

Dopo il consiglio comunale, che con i voti della maggioranza di centrosinistra ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore al turismo e ai grandi eventi, Carlo Della Penna, il presidente Vincenzo Suriani annuncia la convocazione dell’organismo consiliare entro la metà di settembre sull’argomento che ha tenuto banco durante tutta l’estate.

Siccome nell’aula consiliare sono emerse molte domande non risposte, molte delle quali espresse dallo stesso sindaco Francesco Menna, pensiamo di occuparci dell’iter amministrativo che ha portato all’annullamento del concerto del 17 agosto in Commissione di Vigilanza”, spiega Suriani, “in primo luogo redigeremo un elenco dei funzionari comunali che hanno partecipato al procedimento amministrativo e poi provvederemo con le audizioni di quelli principali, sia per fare la dovuta chiarezza nei confronti della città, sia per evitare che simili problemi procedurali si ripropongano in un futuro imminente. Il nostro giudizio politico sull’annullamento del Jova beach party e sulla cancellazione del Siren Festival è netto”, aggiunge perentorio l’esponente del centrodestra.

Intanto continua a far discutere la posizione assunta in consiglio comunale dalla maggioranza di centrosinistra che ha difeso l’operato dell’amministrazione e del sindaco Menna, sottolineando la mancata “collaborazione istituzionale”.

Data, area scelta per il concerto, autorizzazioni e atti amministrativi sono finiti a più riprese nel mirino delle opposizioni che hanno portato la discussione in aula. E che ora rincarano la dose.

Il concerto di Jovanotti non si è tenuto perché non sono state assicurate le necessarie condizioni di sicurezza”, incalzano Alessandra Cappa e Davide D’Alessandro della Lega, “non lo dicono pericolosi leghisti o gufi impenitenti. Lo dicono oltre cento pagine redatte da persone integerrime, prive di interessi commerciali e politici. Ogni altra interpretazione non ha fondamento. Sono parole in libertà di fronte alle prove schiaccianti che inchiodano Menna e compagni alle loro responsabilità. Hanno danneggiato l’immagine di Vasto. Senza se e senza ma”, concludono i due consiglieri leghisti.

Anna Bontempo (Il Centro)

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