“Se un tabloid prestigioso come il britannico The Telegraph suggerisce ancora una volta il nostro Abruzzo come destinazione ideale per un turista esigente che non si accontenti dei circuiti tradizionali e voglia un concentrato di emozioni che solo qui può trovare, vuol dire che qualcosa sta cambiando sia nella percezione che gli esperti di turismo internazionale hanno dell’Abruzzo sia nell’offerta turistica di questa regione”. L’assessore al Turismo, Mauro Febbo, non si stupisce affatto di questo sempre più crescente interesse dei media stranieri nei confronti della regione.
“Tim Jepson, l’esperto di destinazioni turistiche che ha scritto il pezzo per The Telegraph, – prosegue Febbo – si interroga sul perché un territorio dalla straordinaria varietà di paesaggi come l’Abruzzo dove, come si sottolinea nell’articolo, l’ottima cucina si coniuga alla perfezione con la genuinità dei prodotti tipici, non sia ancora diventato una destinazione di massa. La risposta a questo interrogativo Jepson la trova in parte nella natura selvaggia di tanti luoghi, talvolta inaccessibili anche per la presenza di una fauna che da sempre è presente sulle nostra montagne ed in parte anche in ragioni storiche che l’hanno isolata dal resto del contesto nazionale. In ogni caso, secondo The Telegraph, – continua l’Abruzzo, nel suo insieme, pur senza essere la nuova Toscana o la nuova Umbria, è un posto da visitare prima di tuti gli altri e tra i luoghi da non perdere vengono inseriti il “piccolo Tibet” di Campo Imperatore, l’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio, il borgo medievale di Loreto Aprutino, il parco nazionale d’Abruzzo che è il più vicino a Roma, la splendida Sulmona dove i reali inglesi hanno acquistato i confetti per le nozze di Harry e Meghan. E poi Vasto con le sua fantastica cucina e ancora affascinanti posti come Scanno, Opi e Pescasseroli”.
“Ovviamente, in Abruzzo, – conclude l’assessore – abbiamo molto altro ancora da offrire sia in termini di località e itinerari da far scoprire ma siamo lieti di questa attenzione perchè ci stiamo facendo conoscere di più e meglio e questo rappresenta uno stimolo anche per orientare le nostre strategie turistiche, in sinergia con gli imprenditori del settore, nella direzione desiderata dal turista del terzo millennio senza snaturare la specificità del nostro territorio”.