Era il 2014 di oggi e io di questa magnifica impresa non ho fatto parte, ma questo ha importanza solo per me.
La notizia vera di quell’evento è stata che quattro dei sette capodogli spiaggiati hanno avuto salva la vita, e guardando agli altri spiaggiamenti dei cetacei è stata una percentuale di successo.
L’altra è il ricordo della mia fierezza, allora ero a Roma alla Camera, nel mostrare le foto di una straordinaria spontanea partecipazione che per energia e tempestività ha garantito la vita a questi spettacolari mammiferi, segno di grande sensibilità e prossimità al mare e alle sue creature.
Riguardo le foto e ce ne sono alcune che hanno colto frammenti di tenerezza, di sollecitudine, della convinzione profonda che ci si salva tutti insieme o non c’è futuro.
Se a Vasto ci fosse un museo o un centro culturale dedicato al mare il 12 settembre del 2014 meriterebbe una sala con una animazione virtuale 3D permanente, un luogo in cui immagini in movimento, amplificazione dei suoni e delle voci aiutino chi guarda a non essere spettatore di una tragedia e contemporaneamente di un grande risultato, ma gli faccia vivere il sentirsi parte del mare.
Maria Amato